I ponti, si sa, dovrebbero unire. In realtà non sempre è così. Qualche ponte addirittura divide. Soprattutto a Biassono, dove la Lega di “fine stagione” non perde occasione per dimostrare che in casa propria non tutto gira più come una volta. E si vede.
Non basta che l’assessore Donato Cesana sbatta la porta e dia forfait a tre mesi dalle elezioni, non basta neppure che qualche collega di giunta sia pronto a seguirlo, come non basta che a tutt’oggi non ci sia ancora il candidato sindaco del Carroccio. La Lega sclera. Al punto che i panni sporchi non riesce più a lavarli in sezione. Ma lo fa davanti a tutti, in consiglio comunale. E cade sui ponti.
Giovedì sera lo spettacolo è stato surreale. La maggioranza del sindaco Malegori si è sfaldata sulla richiesta di intitolare il ponte sul fiume Lambro a Roberto (Nik) Albanese, l’ambientalista brianzolo scomparso due mesi fa. Una cosa da nulla. Se non fosse che la tensione in casa leghista sia alle stelle da tempo. E allora? Tutti d’accordo? Si, no, quasi.
Con la maggioranza che si è divisa a metà: da una parte il sindaco e qualche consigliere leghista, spalleggiati dai due esponenti della CDL, più realisti del re quando si tratta di darla addosso all’opposizione. Dall’altra, uno schieramento che va dal vicesindaco, a tre assessori, a un consigliere comunale, che a Nik Albanese il ponte vogliono intitolarlo.
Dichiarazioni, smentite, distinguo, richiami alla coerenza da un lato all’altro del tavolo. Tra rappresentanti dello stesso partito. Così per un’ora. Poi il voto e le mani che si alzano una dopo l’altra, più quelle a favore di quelle contro.
Finisce 7 a 6. Quasi meglio di Italia-Germania di Messico ‘70.