Leggiamo
nella delibera numero 183 del 26 aprile 2016 che l’unico concorrente alla gara
per la gestione di Ca’ Bossi non ha fornito un piano economico sostenibile. Per
cui non se ne fa niente del tanto sbandierato distretto culturale evoluto.
Insomma, per farla breve, siamo punto e a capo.
Ci viene in
mente il proverbio “la volpe perde il
pelo ma non il vizio”.
Magari
avessimo a che fare con delle volpi!
Purtroppo a
Biassono le volpi sono anni che non si fanno vedere, soprattutto a Villa Verri,
sede del Comune, dove imperterriti i nostri amministratori ripetono gli stessi
errori buttando al vento i soldi pubblici, con la scusa che “è tutto a costo
zero”. E pretendono anche che ce la beviamo.
Quindi, si
ripartirà da zero. Come il Castello di via Lega Lombarda, che è rimasto ad
ammuffire per tre anni, Ca’ Bossi sembra destinata a fare la stessa fine. E
pensare che quest’opera è già costata ai biassonesi 2,8 milioni di euro, e non
è ancora finita.
Il Castello
ha recentemente trovato una soluzione e diventerà un asilo per i figli dei
ricchi e benestanti che si potranno permettere le rette di un asilo bi-lingue
privato. Privato si, magari anche con il contributo del comune, ovvero con i nostri
soldi, anche di quelli che per pagare rette ragionevoli sono costretti a
mandare i propri figli negli asili statali dei paesi vicini.
Ca’ Bossi,
se tanto ci dà tanto, aspetterà qualche anno prima di avere una destinazione
(per non perdere il finanziamento della Fondazione Cariplo) e nel frattempo il
Comune pagherà le spese. Mica spiccioli: la sola manutenzione ordinaria costerà
circa 10mila euro l’anno.
Provate ad
indovinare chi pagherà? Dai, su, non è poi così difficile.
Se non ci
riuscite, chiedete al sindaco e al suo vice che, essendo in campagna elettorale,
saranno ben felici di rispondere.