Eh sì, stavolta galeotto fu il caffè. Perché è per la
classica tazzina post pranzo (anche se non proprio da bar) che martedì 7
febbraio è scomparsa la chiavetta del computer del segretario generale. Un
giallo. Con tanto di carabinieri che hanno fatto ben due sopralluoghi in
municipio. E i dipendenti comunali interrogati in caserma.
Lo dice il titolo del Giornale di Carate questa
settimana in edicola: “E’ giallo”. E l’articolo a firma Marina Doni dà adito ad
alcuni, inevitabili interrogativi.
A cominciare da una domanda banale: cosa ci sarà mai
nella chiavetta usb del dottor Miatello da giustificare l’intervento dei
carabinieri? Davvero strano. Soprattutto il comportamento del segretario
comunale che ha subito chiamato le forze dell’ordine. Che si tratti di un furto
(le chiavette usb ormai costano pochi euro) o di uno scherzo di pessimo gusto,
era il caso di allertare i carabinieri che hanno poi interrogato i
dipendenti comunali dopo averli convocati in caserma?
Sulla vicenda il sindaco Luciano Casiraghi, come
riportato dal Giornale
di Carate, minimizza ed afferma che “si è trattato di uno smarrimento,
la chiavetta usb conteneva dati personali”. Appunto. Proprio per questo la
telefonata ai carabinieri risulta sproporzionata.
Domande a parte, siamo curiosi di vedere come questo
ulteriore fattaccio, che si aggiunge a una serie di altri episodi non proprio
edificanti, andrà a finire. Non bastavano i vigili ballerini, il comandante in
divisa da nazista, ora si devono fare i conti anche col mistero della chiavetta
da computer lasciata in un mazzo di chiavi nella macchinetta del caffè del
municipio e volatilizzatasi senza lasciare traccia. Con i dipendenti chiamati
come testimoni dell’improvviso “smarrimento”.
Viene da chiedersi, purtroppo per l’ennesima volta,
cosa stia succedendo in Villa Verri. La domanda – come, peraltro, le tante
altre precedenti – resterà sicuramente senza risposta.
Un consiglio, però, ci
sentiamo di darlo ai nostri amministratori e a chi lavora in municipio: troppi
caffè fanno male.