A parte il caffè “sospeso” per tutti i biassonesi e l’exploit
della consigliera leghista Carla Cappelletti, il resto è noia. Questa potrebbe
essere la sintesi dell’ultimo consiglio comunale, che invece prevedeva
argomenti all’ordine del giorno non di poco conto, tipo il Piano triennale
delle Opere Pubbliche, l’approvazione del Documento Unico di Programmazione e
il bilancio di previsione.
Erano, inoltre, previste le risposte alle nostre due
interrogazioni: l’area di via Cavallotti data alla ditta Cozzaglio in comodato
d’uso gratuito dal 1999 e il registro del testamento biologico.
Vediamo com’è andata. Per l’area di via Cavallotti il
sindaco-borgomastro ha ribadito che continuerà ad essere concessa in uso
gratuito alla ditta Cozzaglio. Fino a quando? Finché lui non deciderà
diversamente. (Tra l’altro, l’area Cozzaglio non risulta neppure nell’elenco
degli immobili di proprietà comunale. Una dimenticanza? O in Villa Verri non la
considerano più di proprietà pubblica?).
In merito al registro biologico verrà istituito (quando il
sindaco-borgomastro non l’ha detto) e i cittadini che lo vorranno potranno
recarsi in municipio per iscriversi. Il Comune, però, non farà alcuna forma di
“promozione”. Come dire, Chissenefrega di una legge dello Stato!
Ma veniamo al caffè “sospeso”. Che, per chi non lo sapesse, è
un’usanza che esiste nel Sud d’Italia, dove, per dare un minimo di sollievo
alle persone indigenti, ogni tanto si lascia al bar un caffè pagato affinché
chi non può permetterselo possa almeno berne uno gratis.
L’aliquota dell’addizionale IRPEF, che negli ultimi anni era
posta al massimo consentito dalla legge, ovvero 0,8 per cento, verrà portata,
bontà loro, allo 0,79 per cento, con una conseguente diminuzione dello 0,01 per
cento, con un risparmio totale per i biassonesi di circa 21 mila euro all’anno.
Che, suddivisi per la popolazione di Biassono, fa circa un caffè sospeso
all’anno per tutti, anche per chi ha redditi molto alti.
Le opposizioni hanno proposto di usare la stessa cifra a
bilancio per alzare il livello dell’esenzione e portarlo da 9.000 a 11.000 euro
(a Monza è di 18.000 euro), in modo da alleggerire le imposte ai redditi più
bassi. Com’è andata? Ovvio, bocciata!
Interessante, invece, è stato l’exploit di Carla Cappelletti. La
consigliera leghista, che ha proposto lo spostamento di una spesa nell’ambito
dei fondi dati alla scuola per 15.000 euro, si è vista trattare come una
qualsiasi rappresentante di minoranza e ha dovuto subire le “bastonate interpretative”
dei regolamenti del Segretario Comunale, che rimane il solo interprete
infallibile delle norme e dei regolamenti. Consigliere Cappelletti, adesso sa
come ci si sente quando si fanno proposte diverse da quelle della giunta?
Anche Biassono Civica ha proposto alcuni emendamenti.
1) Un aumento di spesa di appena 1.800 euro sul capitolo della
Biblioteca per potenziare le attività al fine di incentivare l’interesse per la
lettura.
2) Un aumento di spesa di 2.500 euro sul capitolo "Attività
culturali per i ragazzi", al fine di accrescere la loro conoscenze del
territorio in cui vivono.
3) Un aumento di spesa di 4.000 euro sul capitolo
"Contributi alle Associazioni", al fine di garantire un sostegno più
adeguato all’associazionismo locale.
4) Un aumento di spesa di 5.000 euro sul capitolo "Buoni a
sostegno delle famiglie con figli in fascia 0-3 anni".
Per gli aumenti di spesa garantivamo la copertura finanziaria
proponendo il pareggio di bilancio con la diminuzione di altre spese di
segreteria. Risultato? Ovvio, anche in questo caso. L’assessore Paola Gregato
ha giustificato la bocciatura degli emendamenti dicendo che non vede l’utilità
di spostare voci di costo già definite in bilancio e che non è disponibile a
finanziare attività in assenza di progetti specifici. Scusi assessore, ma da
quando tocca all’opposizione presentare progetti di fattibilità?
Nel respingere tutte le proposte delle minoranze l’assessore
Gregato si è talmente lasciata travolgere che ha fatto lei, assessore esterno,
la dichiarazione di voto per la Lega Nord. Questo senza che il capogruppo
leghista facesse un plissé. Ma tant’è, lui non sarebbe comunque andato oltre il
solito laconico e telegrafico slogan: “La Lega Nord voto contro”.