INCONTRI


31 marzo 2018

UN CAFFE’ SOSPESO



A parte il caffè “sospeso” per tutti i biassonesi e l’exploit della consigliera leghista Carla Cappelletti, il resto è noia. Questa potrebbe essere la sintesi dell’ultimo consiglio comunale, che invece prevedeva argomenti all’ordine del giorno non di poco conto, tipo il Piano triennale delle Opere Pubbliche, l’approvazione del Documento Unico di Programmazione e il bilancio di previsione.
Erano, inoltre, previste le risposte alle nostre due interrogazioni: l’area di via Cavallotti data alla ditta Cozzaglio in comodato d’uso gratuito dal 1999 e il registro del testamento biologico.

Vediamo com’è andata. Per l’area di via Cavallotti il sindaco-borgomastro ha ribadito che continuerà ad essere concessa in uso gratuito alla ditta Cozzaglio. Fino a quando? Finché lui non deciderà diversamente. (Tra l’altro, l’area Cozzaglio non risulta neppure nell’elenco degli immobili di proprietà comunale. Una dimenticanza? O in Villa Verri non la considerano più di proprietà pubblica?).
In merito al registro biologico verrà istituito (quando il sindaco-borgomastro non l’ha detto) e i cittadini che lo vorranno potranno recarsi in municipio per iscriversi. Il Comune, però, non farà alcuna forma di “promozione”. Come dire, Chissenefrega di una legge dello Stato!

Ma veniamo al caffè “sospeso”. Che, per chi non lo sapesse, è un’usanza che esiste nel Sud d’Italia, dove, per dare un minimo di sollievo alle persone indigenti, ogni tanto si lascia al bar un caffè pagato affinché chi non può permetterselo possa almeno berne uno gratis.
L’aliquota dell’addizionale IRPEF, che negli ultimi anni era posta al massimo consentito dalla legge, ovvero 0,8 per cento, verrà portata, bontà loro, allo 0,79 per cento, con una conseguente diminuzione dello 0,01 per cento, con un risparmio totale per i biassonesi di circa 21 mila euro all’anno. Che, suddivisi per la popolazione di Biassono, fa circa un caffè sospeso all’anno per tutti, anche per chi ha redditi molto alti.
Le opposizioni hanno proposto di usare la stessa cifra a bilancio per alzare il livello dell’esenzione e portarlo da 9.000 a 11.000 euro (a Monza è di 18.000 euro), in modo da alleggerire le imposte ai redditi più bassi. Com’è andata? Ovvio, bocciata!

Interessante, invece, è stato l’exploit di Carla Cappelletti. La consigliera leghista, che ha proposto lo spostamento di una spesa nell’ambito dei fondi dati alla scuola per 15.000 euro, si è vista trattare come una qualsiasi rappresentante di minoranza e ha dovuto subire le “bastonate interpretative” dei regolamenti del Segretario Comunale, che rimane il solo interprete infallibile delle norme e dei regolamenti. Consigliere Cappelletti, adesso sa come ci si sente quando si fanno proposte diverse da quelle della giunta?

Anche Biassono Civica ha proposto alcuni emendamenti.
1) Un aumento di spesa di appena 1.800 euro sul capitolo della Biblioteca per potenziare le attività al fine di incentivare l’interesse per la lettura.
2) Un aumento di spesa di 2.500 euro sul capitolo "Attività culturali per i ragazzi", al fine di accrescere la loro conoscenze del territorio in cui vivono.
3) Un aumento di spesa di 4.000 euro sul capitolo "Contributi alle Associazioni", al fine di garantire un sostegno più adeguato all’associazionismo locale.
4) Un aumento di spesa di 5.000 euro sul capitolo "Buoni a sostegno delle famiglie con figli in fascia 0-3 anni".
Per gli aumenti di spesa garantivamo la copertura finanziaria proponendo il pareggio di bilancio con la diminuzione di altre spese di segreteria. Risultato? Ovvio, anche in questo caso. L’assessore Paola Gregato ha giustificato la bocciatura degli emendamenti dicendo che non vede l’utilità di spostare voci di costo già definite in bilancio e che non è disponibile a finanziare attività in assenza di progetti specifici. Scusi assessore, ma da quando tocca all’opposizione presentare progetti di fattibilità?

Nel respingere tutte le proposte delle minoranze l’assessore Gregato si è talmente lasciata travolgere che ha fatto lei, assessore esterno, la dichiarazione di voto per la Lega Nord. Questo senza che il capogruppo leghista facesse un plissé. Ma tant’è, lui non sarebbe comunque andato oltre il solito laconico e telegrafico slogan: “La Lega Nord voto contro”.