
Con questo spirito d’animo abbiamo iniziato la lettura, sul
Giornale di Carate del 29 dicembre, della notizia che il cantiere di Cà Bossi
che doveva essere ultimato entro la scorsa estate, forse lo sarà per il 7
gennaio 2016, ma come sostiene il giornalista “ in ogni caso il Comune ha
annunciato che Cà Bossi sarà pronta per i primissimi mesi del 2016”.
Quindi vediamo, i lavori sono in ritardo di 5/6 mesi, o se
va male di 10/12 mesi; va bè, peccatuccio veniale!
Poi leggendo, scopriamo che i lavori hanno subito dei
ritardi dovuti al ritrovamento di affreschi e al consolidamento della struttura,
soprattutto dei solai, e che il Comune dovrà sborsare mezzo milione in più
rispetto al bando di gara: ah però, perbacco!
Ma è possibile che i progettisti di quest’opera non abbiano
fatto rilievi adeguati prima di definire il progetto ed i costi relativi? E
l’impresa che ha preso in carico i lavori non abbia verificato il lavoro fatto
dai progettisti?
La determina di giunta per la parte “affreschi” parla di
circa 60 mila euro di spesa in più, ma per l’esborso di 500mila euro, la
determina non appare molto chiara, o meglio andrebbe chiarita in dettaglio,
visto che sono soldi nostri.
Le motivazioni adottate per la spesa di mezzo milione di
euro fanno pensare che non si tratta di una semplice variante ma di un
rifacimento del progetto iniziale, e se cosi fosse, i costi relativi devono
essere sostenuti dai progettisti.
In Italia, la pratica delle modifiche in corso d’opera
sappiamo essere molto diffusa, al punto che il costo delle opere pubbliche
lievita e la consegna slitta alle calende greche; l’autostrada Salerno-Reggio
Calabria insegna.
Per evitare questi giochetti, ci sono delle leggi precise
che regolano gli appalti dei lavori pubblici, per evitare che ci sia qualcuno che
si arricchisce con i soldi pubblici.
Anche i ritardi devono essere autorizzati con una determina
precisa e se non sono giustificati sono soggetti a forti penali commisurate ai
giorni di ritardo dell’ultimazione dei lavori.
Per evitare che i nostri concittadini comincino a
chiamare Cà Bossi come la “Salerno Reggio Calabria della Brianza”, ci auguriamo
che la nostra giunta sappia dare adeguate spiegazioni per questa spesa
imprevista.