E’ difficile da credere ma è proprio il cimitero di Biassono. Campo O, quello, per capirci, che confina con l’impresa Cozzaglio. Bastano quattro gocce di pioggia e un rivolo d’acqua, prima quasi impercettibile, poi, via via, sempre più intenso, si affaccia sotto il cancello arrugginito (anche quello, a dire la verità, non proprio un bello spettacolo) e arriva a un passo dalle tombe. A completare la scenografia di uno stagno in piena regola c’è anche un mucchio di terra a ridosso del muro dei colombari, che chissà chi – e soprattutto perché - non ha trovato di meglio che buttarlo lì. Forse, ha pensato, fa cornice e, in tutta onestà, non riusciamo a dargli torto. In fondo lo stagno non è così piccolo, anzi cresce dopo ogni acquazzone, qualche detrito qua e là non manca, un po’ d’erbacce mai tagliate spuntano a mazzi dentro e fuori dall’acqua torbida. E, poi, potere della natura, basta poco perché la vita, in ogni sua forma, prenda il sopravvento. Una libellula dal mantello rosso vivo è già stata notata qualche giorno fa volare veloce da un filo d’erba all’altro. Di rane e di rospi, invece, non ne sono stati avvistati. Ma siamo fiduciosi: come continuano a ripeterci i meteorologi, questo inizio d’estate sarà all’insegna del maltempo.