INCONTRI


09 luglio 2016

GLI IMBUCATI DI VILLA VERRI



Sono sempre auto diverse. Qualche mattina è una sportiva di colore grigio chiaro, qualche altra è un’utilitaria con la carrozzeria grigio scuro, qualche altra ancora è una macchina di piccola cilindrata di colore blu. E a volte, ma non con la stessa frequenza delle auto, c’è anche un furgone bianco. In comune hanno però lo stesso parcheggio: i giardini di Villa Verri. 

Più precisamente, le auto si contendono il vialetto ombreggiato che conduce alla porta a vetri, quella che si apre sull’atrio in cui c’è un piccolo museo della stampa, qualche vetrinetta con libri antichi e un po’ di attrezzatura di una vecchia tipografia.
Il furgone preferisce invece uno spazio al sole, sul viale centrale, vicino alla ghiacciaia del Settecento. 

Di chi siano le tre macchine e il furgone non ha molta importanza: sindaco, assessori, consiglieri, dipendenti comunali o imbucati non fa differenza. Quel che conta è il fatto che i loro proprietari li parcheggino all’interno del municipio, dove la sosta, è vero, non è vietata ma non dovrebbe neppure essere consentita. Per rispetto del luogo, che è di tutti e quindi non è privilegio di nessuno. E, invece, una volta una, una volta l’’altra, una volta un’altra ancora sono lì tutte le mattine, immancabilmente, dal lunedì al venerdì.

Come se in zona non ci fossero parcheggi senza disco orario, facilmente raggiungibili con i classici quattro passi. O, peggio, come se qualcuno si sentisse un po’ più uguale degli altri, per carica elettiva o per furbizia, e rivendicasse per sé un diritto che non gli appartiene.