Il battesimo c’è stato ma non è stato dei migliori.
Anzi, il primo consiglio comunale presieduto dal neopresidente super partes Mauro Rossi ha deluso. Un
po’ perché super partes non lo è
stato mai, un po’ perché non ci ha neppure provato per un istante a togliersi
la camicia verde di paladino della SUA maggioranza.
D’altra parte che il neopresidente fosse legato a
triplo filo al Carroccio lo si era già capito. Malgrado nel discorso
d’investitura del 29 settembre si fosse appellato a Sant’Ambrogio e a Paolo VI
come propri mentori nell’azione politica (ma Salvini sarebbe d’accordo?), Rossi
ha bellamente continuato a comportarsi come quando a presiedere i lavori era il
sindaco leghista di turno. Tant’è che la convocazione del consiglio comunale di
sabato 26 novembre è stata comunicata ai consiglieri martedì 22 novembre alle
12,37. E con argomenti all’ordine del giorno non proprio da ordinaria
amministrazione. Insomma niente di nuovo sotto il sole.
La posizione di parte (altro che super!) si è
dimostrata in modo inequivocabile quando il nostro sindaco-borgomastro è
trasceso, come gli capita sempre più spesso in consiglio comunale. E con la sua
solita nonchalance è uscito con un memorabile (da registrare negli annali del
paese): ”Biassono civica sul suo blog scrive un sacco di stronzate”.
E Rossi? Muto come un pesce.
Era la sua prima volta,
qualche passo falso ci può anche stare. Noi, comunque, siamo fiduciosi,
soprattutto andando col pensiero a Sant’Ambrogio e a Paolo VI, che la sua
seconda volta verrà meglio.
Un po’ meno speranzosi lo siamo per il nostro
sindaco-borgomastro. Casiraghi, che ormai annoveriamo tra i nostri più assidui
lettori, probabilmente non si è ancora accorto che i nostri post riportano alla
lettera quello che lui dichiara alla stampa e le informazioni che compaiono su
delibere e determine che lui e la sua giunta approvano.
Sarà per questo che un politico di lungo corso come il
consigliere padano-indipendente Giordano Colombo, a conclusione del consiglio
comunale del 26 novembre, si è autodefinito un Avatar? Chissà, la delusione per
i suoi neo-compagni (l’espressione è giornalistica, non ce ne voglia l’amico
Giordano) è tale che preferisce mostrarsi sotto mentite spoglie?