INCONTRI


16 gennaio 2017

SUI PROFUGHI LA LEGA RACCONTA BALLE


Ma come! In campagna elettorale non avevano giurato che finché ci fossero stati loro al governo del Comune, a Biassono non si sarebbe vista l’ombra di un profugo? Detto fatto. Al contrario, naturalmente. Come ormai da anni ci hanno abituato (e noi creduloni a pendere dalle loro labbra), i nostri arditi amministratori leghisti si sono rimangiati la parola. Da giovedì 12 gennaio, infatti, ospitiamo nove profughi. Sì, nove. Anzi, per essere precisi, otto donne tra i venti e i trent’anni, e un bambino. Dove? In una palazzina ex Aler di via Trento e Trieste, in appartamenti messi a disposizione da un privato alla Cooperativa Ubuntu di Lecco, che già assiste migranti nella città lariana e a Monza.

Non fosse per il nostro sindaco e i suoi accoliti paladini della fermezza padana, non sarebbe neppure una notizia degna di cronaca. Lo diventa per la caparbia coerenza di Casiraghi e compagni, sempre pronti - a parole – ad alzare barricate sull’esempio del loro lider maximo  per impedire all’ordalia barbara di metter piede nel “più bel borgo della Brianza”. Poi, chissà come e chissà perché, riescono sempre a farsi passare le cose sotto il naso. Da quelle più serie a quelle che lo sono un po’ meno. Ma, soprattutto, riescono sempre a prendere per il naso i biassonesi. 
Facciamocene una ragione: non è la prima volta e, purtroppo, non sarà neppure l’ultima.