Sentire
dalla voce del sindaco-borgomastro, che durante l’ultimo consiglio comunale ha
paragonato questo modesto blog al più famoso “Giornalino di Gianburrasca”, ci
ha fatto un immenso piacere. E soprattutto abbiamo avuto la conferma che in
Villa Verri abbiamo molti e assidui lettori.
Ammettiamolo,
Casiraghi su questo ha ragione: siamo un po’ come Gianburrasca, non riusciamo a
stare zitti e far finta di niente quando vediamo che i nostri amministratori
fanno cose che a noi appaiono inaccettabili.
Cosi
come Gianburrasca non sopportava l’idea che i coniugi Stanislao il venerdì
servissero la minestra di magro fatta con la rigovernatura dei piatti della
settimana, noi non ci rassegniamo all’idea che si utilizzino soldi come ai
tempi dell’antica Roma; 200 mila euro per politiche del “panem et circenses”,
dove però spendiamo solo per il circenses, perché il pane se non ce l’hai,
peggio per te!
Diamo
soldi con il contagocce alla scuola e poi pianifichiamo di spendere 200mila
euro per una fantomatica area feste che ospita le giostre 3 giorni all’anno:
incomprensibile!
Gli
amministratori prevedono di spendere 247mila euro per mettere in sicurezza un
muro in via Pessina, senza aver appurato dopo anni se il proprietario è il
Comune o un privato, visto che spetta al proprietario l’onere dei lavori:
inaccettabile!
Sostengono
come ha fatto l’assessore Anghileri che i soldi per ristrutturare Cà Bossi non
sono mai mancati e poi vediamo che i lavori sono fermi….per mancanza di
quattrini. E sono già stati spesi 3,1 milioni di euro.
E
via di questo passo. Il piano triennale delle opere pubbliche è un insieme di
proposte, desideri, sogni che sembrano avulsi dalla realtà e dai bisogni dei
cittadini.
Dopo
solo un anno di amministrazione Casiraghi, si sente già la stanchezza e la mancanza
di progettazione di questa giunta, della serie: poche idee e ben confuse.
Noi,
come Gianburrasca, non ci rassegneremo comunque e attraverso questo Giornalino -
pardon, blog - terremo aggiornati i nostri lettori, compreso il
sindaco-borgomastro sulle scelte raffazzonate della sua amministrazione.