Uno, più sornione, tace. Ma in consiglio comunale,
ormai, non si muove foglia che lui non voglia. Senza distinzione (e questo è il
bello) tra maggioranza e opposizione: le une e le altre legate alle sue
insindacabili decisioni. L’altro – più gigione – un po’ ci scherza su e un po’
no. Così, una volta interviene come “Lega Nord indipendente”, un’altra come
“rappresentante di Forza Italia e Lega Nord”, una terza come “A supporto della
Lega Nord”.
Con i padani - quelli doc, per intenderci - che fanno
buon viso a cattivo gioco, non si sa se consapevoli o meno di quel che accade
sotto il loro naso. Così, dopo una partenza volutamente in sordina, i
neoacquisti del Carroccio a suon di preferenze, Mauro Rossi e Giordano Colombo,
sembrano avere saldamente in mano le leve della politica dei padani nostrani.
Per dirla fuori dai denti: comandano loro (anche perché, verrebbe da dire,
intorno hanno il vuoto o quasi).
Rossi lo fa dal suo scranno di presidente del
consiglio, imponendo decisioni che a volte i padani della prima ora sono
costretti a ingoiare come rospi. L’ultima in ordine di tempo è stata la scelta
di mettere ai voti gli emendamenti al bilancio di previsione, voluta da lui
contro il parere del vicesindaco Anghileri e di qualche altro, visibilmente
contrariato, assessore e consigliere in camicia verde.
Colombo ha assunto invece il ruolo di guida politica
della maggioranza, arrivando a sostituire l’etereo capogruppo dei lumbard negli
interventi della maggioranza. E nell’ultimo consiglio comunale ne ha preso il
posto addirittura nella dichiarazione di voto a favore del bilancio a nome
della – testuale - “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”.
Insomma, “La Lega siamo noi”. Se non a parole almeno
nei fatti, per i due ex Cristiani democratici liberali di vecchia scuola
democristiana è così. D’altronde, buon sangue non mente! Alla faccia di Roma
ladrona.