Sulla
scuola media Verri sventola una bandiera “taroccata” dell’Unione Europea. Sì,
perché – per chi non se ne fosse accorto -al posto delle 12 stelle dorate
disposte in cerchio su campo blu, quella che è stata issata sull’edificio di
via Locatelli di stelle ne ha ben 15.
Le
spiegazioni più plausibili sono:
1
Meglio abbondare che scarseggiare, proverbio che arriva da molto lontano
(Melius est abundare quam deficere) e che va bene un po’ per tutte le
occasioni.
2
Per volere di Matteo Salvini alla bandiera d’Europa hanno aggiunto 3 nuove
stelle per simboleggiare le nuove realtà territoriali: la Padania, l’Etruria e
il Meridione. Perché il capo ha detto: o le 3 stelle sulla bandiera oppure devono
inserire nello statuto dell’Unione Europea l’obbligo di mangiare la polenta
taragna almeno una volta al mese durante la stagione invernale. Per motivi
d’intolleranza (alimentare, non d’altro), a Bruxelles si è preferito mettere
mano alla bandiera.
3
La Negroni ha deciso di sponsorizzare la scuola media ma in cambio ha chiesto
di veder sventolare la bandiera con la Stella Negroni di fianco alle altre. Dal
momento che non era possibile, hanno inserito più stelle possibili dove già ce
ne erano 12. Controvoglia, la Negroni ha accettato il compromesso e così la
sponsorizzazione è salva.
4
Il sindaco, Stellina, dopo tutte le spese affrontate nei tribunali contro i
“suoi” dipendenti, per non pesare ulteriormente sul bilancio comunale, si è
rivolto ai “cinesi” per tirare sul prezzo delle bandiere. Tanto, ha pensato,
alla Lega dell’Europa non interessa niente.
5
E’ tutto uno scherzo e hanno voluto vedere in quanto tempo i biassonesi si
sarebbero accorti del “tarocco”.
6
Vogliono tenere impegnata l’opposizione con la bandiera “taroccata”, cosi i
nostri amministratori possono fare gli affari loro: far passare il Masterplan
che cementifica l’ultima area verde rimasta in paese, convocare il consiglio
comunale senza rispettare i regolamenti, non concedere la parola in consiglio
ad un consigliere comunale, e altre cose così.
Comunque
la pensiate, una cosa è certa: nel “più bel borgo della Brianza” ne succedono
di tutti i colori.