INCONTRI


08 luglio 2017

VOGLIAMO I CASCHI BLU


E’ sempre bene dare un’occhiata all’albo pretorio on-line del Comune, perché si trovano informazioni interessanti.
La determina n. 319 del 27 giugno 2017, ad esempio, mette nero su bianco che la gara per affidare la gestione per i prossimi tre anni del Palazzetto - il PalaRovagnati, per intenderci-, indetta lo scorso 9 maggio, è stata annullata. In autotutela. La motivazione? Eccola:

“Rilevato che successivamente alla presentazione di due domande di partecipazione al bando sopra richiamato si è valutata la possibilità di avviare un procedimento in autotutela per l’annullamento d’ufficio del medesimo avviso in ragione che da una sua più attenta lettura, non verrebbero rispettate le garanzie minime di parità e imparzialità di trattamento, poste dal diritto statale e dai principi del diritto comunitario vigenti

Fuor di burocratese, è come se fosse stata indetta la gara facendo un bando che “favoriva” un concorrente rispetto all’altro? Sembrerebbe proprio di sì. In altri termini, non sarebbe stata garantita la dovuta imparzialità, come se l’estensore del bando (chi?) quel giorno avesse preso lucciole per lanterne, al punto che il concorrente penalizzato avrebbe potuto impugnare l’atto davanti al giudice. Con buone possibilità di successo. Tant’è che qualche giorno dopo qualcuno (chi?) in municipio si è accorto di quel brutto pasticciaccio e ci ha messo la classica pezza.

Può capitare che si facciano degli errori, anche se ultimamente a Biassono avviene con troppa frequenza. A volte si sbaglia, altre invece – ed è più grave -non si rispettano le regole, addirittura quelle più ovvie e elementari. Un esempio? Più di uno: la defenestrazione del consigliere Angela Galbiati, l'illegittimo consiglio comunale dello scorso maggio, la votazione sul Masterplan prima di aver risposto alla legittima osservazione di un biassonese.


Ora la gara per la gestione del PalaRovagnati è stata rifatta e c’è da incrociare le dita perché stavolta non ci siano problemi. Rimane il fatto che, mentre in Villa Verri si tutelano da soli, viene da chiedersi chi tutela noi, semplici cittadini, dai nostri amministratori: i caschi blu dell’ONU?