Depositato oggi un nuovo ricorso al Tar contro il
‘masterplan’ ratificato dalla maggioranza leghista del Consiglio Comunale, che
mette a rischio 307.000 metri quadrati di verde.
No alla cementificazione dell’ultima area verde rimasta a Biassono. Sembra una battaglia sulla corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali quella che si va profilando al TAR Lombardia, che oggi ha ricevuto, a firma degli avvocati Emanuela Beacco e Michele Memola, un nuovo ricorso contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Biassono. Il PGT del comune è stato approvato nel 2012 ma già allora, a seguito di segnalazione di cittadini e di una lista d’opposizione, era stato impugnato con un ricorso tutt’ora pendente, anche allora a firma di Legambiente. La vicenda urbanistica si è però, prima dell’estate, arricchita di un nuovo atto, approvato dal Consiglio Comunale, con voto contrario delle opposizioni. Una delibera che dà l’assenso – con procedura atipica e palesemente illegittima, ma gravida di pericolose conseguenze – alla proposta dell’operatore privato di attuare il piano con un progetto riguardante l’area di trasformazione urbanistica AT1, la più estesa tra quelle previste dal PGT. Da qui la necessità, per dar seguito all’azione già intentata, di procedere con una nuova impugnazione al giudice amministrativo, sostenuta da Biassono civica con Legambiente.
No alla cementificazione dell’ultima area verde rimasta a Biassono. Sembra una battaglia sulla corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali quella che si va profilando al TAR Lombardia, che oggi ha ricevuto, a firma degli avvocati Emanuela Beacco e Michele Memola, un nuovo ricorso contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Biassono. Il PGT del comune è stato approvato nel 2012 ma già allora, a seguito di segnalazione di cittadini e di una lista d’opposizione, era stato impugnato con un ricorso tutt’ora pendente, anche allora a firma di Legambiente. La vicenda urbanistica si è però, prima dell’estate, arricchita di un nuovo atto, approvato dal Consiglio Comunale, con voto contrario delle opposizioni. Una delibera che dà l’assenso – con procedura atipica e palesemente illegittima, ma gravida di pericolose conseguenze – alla proposta dell’operatore privato di attuare il piano con un progetto riguardante l’area di trasformazione urbanistica AT1, la più estesa tra quelle previste dal PGT. Da qui la necessità, per dar seguito all’azione già intentata, di procedere con una nuova impugnazione al giudice amministrativo, sostenuta da Biassono civica con Legambiente.
Per
capire il motivo del contendere, è opportuno premettere che il comune di
Biassono è uno dei più cementificati della Lombardia, certificando un consumo
di suolo sul 67% del territorio comunale. Dovrebbe essere pacifico che un
comune che ha già dato così tanto al cemento abbia il massimo rispetto per il
poco territorio libero rimasto, su cui dovrà fare affidamento per i futuri
bisogni della comunità. Un principio sancito anche dal Piano Territoriale (PTC)
della Provincia di Monza, che stabilisce un limite perentorio per le facoltà di
nuove edificazioni su terreno libero. Ma non è di questo avviso chi oggi
amministra il comune (la Lega Nord), che forse ritiene di poter esaurire i
pochi territori liberi nell’arco del proprio mandato. Infatti, il PGT prevede
un ambito di trasformazione, AT1, confinante con Lissone, che contempla la
possibilità di urbanizzare ben 307.000 mq di territorio: in pratica, un
incremento del 10% della superficie già urbanizzata, e pari a dieci volte il
consentito dal PTC provinciale. Su questa previsione pende il primo ricorso, la
cui udienza è prevista a novembre, ma l’immobiliare non ha atteso la sentenza
del TAR, e ha presentato un fascicolo urbanistico sconcertante: su tutto il
territorio dell’AT1, infatti, l’operatore BWP-(Blasonium West Promotion)
propone una cementificazione pressoché totale, con carichi urbanistici
elevatissimi: una superficie lorda di pavimento pari a ben 180.000 mq di centri
commerciali, palazzi, uffici e capannoni industriali, come se a Biassono non ce
ne fossero già tanti sfitti. In pratica, vista la tipologia prevista di
edifici, si potrebbe arrivare a costruire quasi un milione di metri cubi tra
capannoni e due ‘torri direzionali’ da dieci piani ciascuna. BWP deve conoscere
bene i suoi polli se non ipotizza a beneficio del comune nessuna significativa
contropartita, né in servizi pubblici né in opere a verde o compensazioni,
arrivando al paradosso di occupare con colate di cemento perfino i terreni
destinati a future espansioni cimiteriali. In Consiglio la maggioranza ha
incredibilmente votato a favore della proposta, certificandone la conformità al
PGT di Biassono (contro ogni evidenza) e ignorando tutti i rilievi di
difformità sollevati da Biassono Civica in sede di dibattito consigliare e in
precedenti puntuali osservazioni. Tra le altre, mancano la riqualificazione del
paesaggio, i collegamenti ciclopedonali, la conservazione di spazi liberi
circostanti, la ricollocazione dell’area per lo smaltimento dei rifiuti, una
congrua fascia di rispetto al cimitero e la realizzazione di una struttura di
interesse pubblico: interventi previsti esplicitamente dal PGT.E’ contro questo
nuovo atto comunale che viene depositato oggi al TAR il nuovo ricorso che si
basa, oltre che sulla evidente irragionevolezza dell’atto assunto dal Consiglio
Comunale, anche sulle norme del piano territoriale provinciale, che racchiude
l’intero ambito in un’area di tutela individuata appositamente per preservare
gli ultimi varchi di territorio libero tra i centri abitati.