Finita
non è finita. E ci vorrà, ad essere ottimisti, ancora un bel po’ di mesi prima
che lo sia. In ogni caso, si sa già cosa Villa Bossi non sarà: un polo
culturale imperniato sulla biblioteca civica, che possa rappresentare un punto
di riferimento prestigioso per i biassonesi e per gli abitanti dei Comuni
vicini.
La
proposta, lanciata da Biassono Civica nell’ultimo consiglio comunale, è stata
bocciata dall’assessore alla Cultura, Paola Gregato. Il motivo? Semplice. Villa
Bossi è costata talmente tanto (più di 3 milioni di euro, quasi sei miliardi
delle vecchie lire) e costerà talmente tanto in futuro (si vocifera di 20 mila
euro all’anno, meno, comunque, di quanto spende il Comune in cause legali) che
la giunta è intenzionata a fare cassa. Come? Cedendone una parte (l’ala est
sarà riservata alla biblioteca del Museo) a privati che possano farsi carico dei
costi. Quali privati? Bella domanda.
L’assessore
Gregato ha spiegato che sono alla ricerca di qualche associazione (culturale?
di categoria? un pool di professionisti?)che possa permettersi il lusso di
mettere mano ogni anno al portafoglio per le spese ordinarie e per la
manutenzione. Insomma, siamo al punto di partenza. Tante buone intenzioni,
nessuna idea concreta.
All’inizio,
lo ricordiamo tutti, la giunta leghista voleva farne un luogo di aggregazione
ed ospitare le molte associazioni presenti in paese. Poi hanno pensato di darne
una parte al Museo per nuove sale espositive e una parte da usare come
incubatore di realtà imprenditoriali giovanili e farne uno spazio di co-working
in collaborazione con la Provincia di Monza e Brianza. Tutto finito nel nulla,
come i due bandi promossi dal Comune per la sua gestione. E adesso?
Ci
riprovano. Malgrado sia la stessa giunta leghista ad ammettere nel Documento
Unico di Programmazione che l’attuale sede della biblioteca “non permette la
crescita delle collezioni e limita le iniziative se non altro dal punto di
vista numerico dei partecipanti”.
I nostri
regiù, padani e non, guardando Villa Bossi, alzerebbero gli occhi al cielo e
direbbero: “Sem anca mò al camp di cent pertich”. Avrebbero torto?