INCONTRI


15 dicembre 2017

SEMM ANCA MO’ AL CAMP DI CENT PERTICH


Finita non è finita. E ci vorrà, ad essere ottimisti, ancora un bel po’ di mesi prima che lo sia. In ogni caso, si sa già cosa Villa Bossi non sarà: un polo culturale imperniato sulla biblioteca civica, che possa rappresentare un punto di riferimento prestigioso per i biassonesi e per gli abitanti dei Comuni vicini.

La proposta, lanciata da Biassono Civica nell’ultimo consiglio comunale, è stata bocciata dall’assessore alla Cultura, Paola Gregato. Il motivo? Semplice. Villa Bossi è costata talmente tanto (più di 3 milioni di euro, quasi sei miliardi delle vecchie lire) e costerà talmente tanto in futuro (si vocifera di 20 mila euro all’anno, meno, comunque, di quanto spende il Comune in cause legali) che la giunta è intenzionata a fare cassa. Come? Cedendone una parte (l’ala est sarà riservata alla biblioteca del Museo) a privati che possano farsi carico dei costi. Quali privati? Bella domanda.

L’assessore Gregato ha spiegato che sono alla ricerca di qualche associazione (culturale? di categoria? un pool di professionisti?)che possa permettersi il lusso di mettere mano ogni anno al portafoglio per le spese ordinarie e per la manutenzione. Insomma, siamo al punto di partenza. Tante buone intenzioni, nessuna idea concreta.

All’inizio, lo ricordiamo tutti, la giunta leghista voleva farne un luogo di aggregazione ed ospitare le molte associazioni presenti in paese. Poi hanno pensato di darne una parte al Museo per nuove sale espositive e una parte da usare come incubatore di realtà imprenditoriali giovanili e farne uno spazio di co-working in collaborazione con la Provincia di Monza e Brianza. Tutto finito nel nulla, come i due bandi promossi dal Comune per la sua gestione. E adesso? 

Ci riprovano. Malgrado sia la stessa giunta leghista ad ammettere nel Documento Unico di Programmazione che l’attuale sede della biblioteca “non permette la crescita delle collezioni e limita le iniziative se non altro dal punto di vista numerico dei partecipanti”.

I nostri regiù, padani e non, guardando Villa Bossi, alzerebbero gli occhi al cielo e direbbero: “Sem anca mò al camp di cent pertich”. Avrebbero torto?