INCONTRI


11 maggio 2018

A RIDATECE TOTO'



Undici consiglieri, il sindaco-borgomastro, l’assessore alla partita, il segretario comunale e i funzionari responsabili del procedimento. E, poi, i consulenti ai quali il Comune ha pagato 9.150 euro di parcelle per supportare il lavoro degli uffici di Villa Verri. Un bel po’ di persone, non c’è che dire. Eppure nessuno si è accorto di niente. Possibile? Sì, dal momento che di fronte ai consiglieri di Biassono Civica che giovedì sera in consiglio comunale hanno fatto notare alla maggioranza leghista che quel passaggio del “Regolamento per la disciplina delle cessioni a fini solidaristici” era un insulto alla lingua italiana e alla logica, sembravano cadere dal pero.

Esagerati? Mah, decidete voi. Ecco il testo dell’articolo 2, punto 2, comma a: “per la pubblicità effettuata da comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro l’esposizione di impianti pubblicitari nell’area occupata e per le occupazioni di suolo non si applicano le imposte comunali sulla pubblicità e Cosap”.
L’uno-due alla lingua italiana è da Ko, come neppure il mitico principe Antonio De Curtis è riuscito a fare nel celeberrimo film “Totò, Peppino e la malafemmina” (video lettera).Non bastasse il litigio con grammatica e sintassi da far accapponare la pelle al “gran lombardo” (no, non Salvini, Manzoni!), i nostri amministratori sono riusciti a fare a pugni in cinque righe anche con la logica.

Esagerati? Mah, decidete voi anche stavolta. Perché, se a tutti appare chiaro (si fa per dire) che l’esposizione di impianti pubblicitari nell’area occupata e per le occupazioni di suolo non si applicano le imposte comunali sulla pubblicità e Cosap”, nella premessa allo stesso comma si dice che “Per quanto concerne la pubblicità, l’art. 16 del D.Lgs. n. 507/1993 prevede una riduzione dell’imposta pari alla metà”.
Delle due l’una: o non si paga o si paga la metà.
Quindi? Sospensione del consiglio comunale, consulti forsennati con il segretario comunale, via vai dei funzionari tra sala consiliare e uffici, facce sgomente tra i consiglieri di maggioranza. Così per venti minuti, finché il presidente del consiglio annuncia che probabilmente sono state aggiunte per sbaglio da chi ha steso il testo un paio di righe che con quel comma non c’entravano niente. Insomma, il copia e incolla ha fatto il pasticcio.

Vabbé! Che qualcuno possa sbagliare, ci sta. Ma, cari sindaco-borgomastro, assessore alla partita, consiglieri leghisti, segretario comunale, funzionari e consulenti vari, una lettura del regolamento, anche veloce, prima del consiglio comunale potevate darla. O no?