Ieri
sera , il consiglio comunale era chiamato a decidere l’approvazione della posa
delle pietre d’inciampo dedicate ai deportati BIASSONESI vittime del
nazifascismo.
DEPORTATI
BIASSONESI, con tanto di nome, cognome e una storia legata alla memoria del
paese.
Una
domanda relativamente semplice, che prevedeva una risposta altrettanto
semplice: SI o NO, ed eventualmente se No, perché No?
Come
evitare di rispondere a una domanda così elementare? Come sfuggire alla
spiegazione di un NO che non avrebbe potuto trovare una giustificazione
plausibile, motivata, credibile. Come spiegare la disumanità della
cancellazione di un ricordo?
A
qualche illuminato leghista è venuta così l’idea di fare una mozione alternativa:
Posiamo una targa, una stele, facciamo un gesto che ricordi i caduti di tutte
le guerre.
E’
geniale, se non cinico. Chi può essere in disaccordo con una iniziativa così
globale di rifiuto di tutte le guerre ?
Certo
fatelo. Avreste magari dovuto pensarci anche prima e non usare questo mezzuccio
per invalidare l’altra precisa richiesta:
PIETRE
D’INCIAMPO PER RICORDARE I DEPORTATI BIASSONESI nei campi di sterminio a opera
dei nazifascisti.
Alle
mele si è risposto con le pere. Facciamo un bel calderone: RICORDARE TUTTI PER
NON RICORDARE NESSUNO.
E’
il trionfo della meschinità, della più vile furberia, della più miserabile
povertà morale.
Ora
però spiegatelo agli alunni delle scuole del nostro paese, che ogni anno nella
loro camminata ricordano e commemorano le vittime di Biassono davanti a un
modesto cartellino plastificato che simula le pietre d’inciampo. Ditegli perché
qui non si è voluto decorosamente ricordare e spiegategli perché questo avviene
nei paesi vicini e non da noi.
Ditegli
magari che noi siamo andati oltre, noi abbiamo la stele contro tutte le guerre.
Ditegli
che non importa se Antonio Casiraghi, Ambrogio Cassanmagnago, Antonio Colombo,
Ida Crippa, Enrico Meregalli, Mario Meregalli, e Siro Riboldi sono stati vittime
dell’odio fascista.
Ditegli
che loro sono comunque tutti là, tutti insieme, laddove si mescolano,
confondendosi, vittime e carnefici.
*testo di Gualtiero Fontana