Cosa
c’entra la letteratura con la vita.
Nel
1804 Napoleone emanò l’editto di Saint Cloud con cui si stabiliva che i defunti
venissero sepolti al di fuori delle mura della città, in fosse comuni, in modo
tale che, in nome dell’illuministico concetto di uguaglianza tra gli uomini,
nessuna tomba distinguesse un defunto dall’altro.
Nel 1806 tale editto fu
esteso al Regno d’Italia e diede vita a intense discussioni tra gli
intellettuali atei, che sostenevano gli ideali illuministici ( e quindi
l’editto di Saint Cloud), e i cattolici che non potevano accettare che il
ricordo delle vite di donne, bambini, uomini innocenti venisse cancellato e i
loro resti contaminati da quelli di ladri e assassini.
Un giorno, a Venezia, un
poeta cattolico, Ippolito Pindemonte, e l’amico Ugo Foscolo, anch’egli poeta,
ma ateo e materialista, si confrontarono su questo tema. Da questa occasione
nacquero i Sepolcri, uno dei testi più preziosi e significativi della
Letteratura Italiana, opera in cui Foscolo, che all’inizio sembra confutare le
tesi cattoliche di Pindemonte, se ne avvicina a poco a poco, giungendo a
riconoscere il sepolcro individuale, che reca inciso il nome del defunto, prima
come luogo in cui il vivo stabilisce con la persona cara, scomparsa, una
“corrispondenza d’amorosi sensi”; poi, passando in rassegna i cimiteri
dell’antica Grecia, quelli dell’Inghilterra e infine i sepolcri dei grandi
uomini sepolti a Firenze in Santa Croce, consacra la tomba di eroi, poeti e
scienziati come luoghi di ispirazione di massimi ideali.
Il sepolcro di Nelson
incita i giovani inglesi all’amore e alla difesa della patria; la tomba di
Machiavelli ricorda loro di quanti delitti, spesso, si macchiano i potenti;
quelli di Newton e Galileo li invitano ad accostarsi alle scoperte scientifiche
con mente lucida e razionale; quello di Michelangelo a dedicarsi all’arte,
forma suprema di bellezza.
Cosa
c’entra tutto ciò con il no opposto dalla maggioranza alla proposta di BC e LpB
di ricordare i nostri sette deportati biassonesi con delle pietre d’inciampo?
C’entra, eccome.
Non distinguere il loro destino, ben diverso da quello degli
altri caduti in guerra, già ricordati sul monumento ai caduti, significa creare
un’immensa fossa comune, dove le vite di tutti si confondono. Non pretendiamo
che tutti abbiano letto i Sepolcri di Foscolo. Ma ci aspettavamo che almeno i
consiglieri dichiaratamente cattolici della maggioranza opponessero un fermo
rifiuto alle illuministiche tesi del novello editto di Saint Cloud emanato
durante il Consiglio comunale di giovedì scorso.
Ma come dice sempre Foscolo in
un’altra sua famosissima opera “Il destino della nostra patria è ormai
perduto”.