Se si
leggono i risultati delle elezioni comunali del 5 giugno salta subito
all’occhio che a Biassono centrodestra e centrosinistra (tanto per
semplificare) si equivalgono. Lo scarto tra uno e l’altro è un’inezia. Ma quest’inezia
è bastata ad assicurare alla Lega di Salvini altri cinque anni di governo del
paese.
Determinante
per la vittoria dei lumbard è stato il voto di una parte consistente di
Comunione e Liberazione, che alle elezioni comunali del 2011 aveva travasato i
propri consensi nella lista Cristiani Democratici Liberali. In particolare, a
far pendere la bilancia dalla parte della Lega (in affanno, comunque, rispetto
a cinque anni fa, dal momento che il centrodestra unito ha perso a Biassono la
bellezza di 1.500 voti) è stato il passaggio del ciellino Mauro Rossi nelle
file del Carroccio. E, come previsto, la stragrande maggioranza dei cattolici
che si riconoscono in Comunione e Liberazione e nel Centro culturale don
Passamonti l’ha votato.
Tanto è vero che il neo acquisto tra le camicie verdi è
risultato il primo degli eletti con 242 preferenze, surclassando il sindaco
uscente Malegori che di consensi personali ne ha raccolti appena 125,
piazzandosi addirittura terzo, dietro anche all’assessore uscente - e di fresca
rinomina - Nadia Beretta.
Un’operazione elettorale, quella di Comunione e
Liberazione – difficile definirla altrimenti - che non sembra molto in sintonia
con i valori della dottrina sociale della Chiesa, valori del tutto assenti nel
programma del Carroccio biassonese. Per non dire delle critiche che il
segretario leghista Salvini e i suoi sodali muovono quasi quotidianamente al
Papa e ai vertici del cattolicesimo italiano, critiche di cui però non si è
tenuto conto nella cabina elettorale.
Come si
spiega, allora, il voto ciellino alla Lega?
La
risposta, quasi una parola d’ordine ripetuta a più voci, è stata: “Non ho
votato Lega ma Mauro che è un amico”. E tanto è bastato a chi si riconosce in
Comunione e Liberazione per dargli il voto. D’accordo o meno, ne prendiamo
atto.
Sperando noi, e credo anche gli elettori ciellini, che sulle scelte che
contano, quelle per capirci che riguardano accoglienza, solidarietà e aiuti
alle fasce più deboli della popolazione, l’amico Rossi faccia sentire il
proprio peso in Villa Verri. E, soprattutto, non si faccia prendere a calci,
una volta incassati i voti che servivano per vincere, come è successo a un suo amico nella
vignetta di Giannelli.