Il celebre romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi di
Lampedusa, portato anche sugli schermi da Luchino Visconti, si svolge in Sicilia
ai tempi del Risorgimento.
Per descrivere la realtà siciliana l’autore usa la
seguente frase: “ Se vogliamo che tutto
rimanga come è, bisogna che tutto cambi”
Il titolo del romanzo ha origine nello stemma di famiglia
e viene commentato cosi:” Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci
sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi,
sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.”
A questo abbiamo pensato quando abbiamo letto a firma
Marco Pirola su “nuova brianza”, giornale on line, la notizia del definitivo
trasferimento in biblioteca dell’agente di Polizia Locale, Andrea Foffano.
Il suo trasferimento “temporaneo” era avvenuto un anno
fa per motivi di incompatibilità e per la sua sicurezza personale, visto che
con la sua denuncia aveva portato alla ribalta il caos che regnava nel comando
di Polizia Locale, dove il comportamento di alcuni agenti era a dir poco
esecrabile.
L’articolo riporta anche la volontà del Foffano di tornare
in servizio come agente di Polizia e per questo dichiara di voler far valere i
suoi diritti di fronte al giudice del lavoro; in quanto lui ha vinto un concorso
pubblico e possiede tutti i requisiti e le qualifiche per svolgere il lavoro
per il quale è stato assunto.
Cambiato sindaco, pardon Borgomastro, per non cambiare
niente.
Casiraghi come il suo predecessore, continua a credersi
“il sale della terra” e invece di
affrontare e risolvere i problemi dei dipendenti comunali, si lascia trascinare
in vertenze aziendali, dalle quali, ormai la storia pregressa ce lo insegna,
uscirà sconfitto.
Tanto alla fine saremo noi cittadini a pagare tutto
questo con i nostri soldi.
Per approfondire, trovate l’articolo di Marco Pirola
qui: