Eccola la
sentenza. Chiara e netta nel dare ragione a Angela Galbiati nella causa di
lavoro contro il Comune. Quella stessa causa che le è costata il posto in
consiglio comunale, per una ritorsione politica della Lega Nord, che ha fatto
carta straccia della legge pur di estromettere la candidata più votata dai
cittadini di Biassono.
Oggi, in attesa
del pronunciamento del prefetto, la sentenza del Tribunale di Monza comincia a
fare un po’ di giustizia in una vicenda che si trascinerà per molto tempo
ancora. E che non mancherà di avere ripercussioni sulla vita amministrativa.
Ma procediamo
con ordine. Innanzitutto il testo della sentenza. “La ricorrente (Angela Galbiati, ndr)- in pensione dall’1.9.2014 - ha impugnato tempestivamente la
transazione stipulata il 17.7.2012 depositando il ricorso introduttivo del
giudizio il 4.11.2014, nel termine di sei mesi dalla cessazione del rapporto di
lavoro .La transazione in esame è dunque da considerare invalida ex art. 2113
cod. civ., così rimanendo superfluo l’esame dell’ulteriore questione
dell’annullabilità della transazione per vizi della volontà ex art. 1427 e
segg. cod. civ., segnatamente per violenza morale”.
E prosegue: “Ad avviso del giudice la documentazione
prodotta dalla ricorrente conferma che le mansioni svolte dalla stessa con
continuità, a partire dal novembre del 1999 sono state prevalentemente
dirigenziali, così come definite dall’art. 107 del D. Lgs. 267 del 2000”.
Fino a mettere in risalto un’anomalia
tutta biassonese: “In definitiva, come
evidenziato dalla ricorrente, nel comune di Biassono si è venuto a creare, per
lungo tempo, un ‘doppio livello’,
che assegnava ai capi area una sorta di dirigenza di primo livello e ai
responsabili di servizio una dirigenza di secondo livello,che non trova
corrispondenza nel quadro normativo degli enti locali”.
Come dire: pagavamo due persone per
fare la stessa cosa. Ma non è tutto. Anzi, il passaggio più interessante è alla
fine. Eccolo, così come lo scrive il giudice:“Per completezza, va solo aggiunto che, ai fini della decisione della
causa, non si è tenuto conto delle precisazioni, assolutamente irrituali, contenute nella lettera a firma di
Francesco Miatello, Segretario Generale del Comune di Biassono, datata
14.6.2016 e inviata a mezzo posta direttamente a questo giudice che ne ha preso
visione il 27.6.2016”.
Parole pesanti.
Con quell’assolutamente
irrituali che suona come una sonora lavata di testa (l’eufemismo è
doveroso) per il segretario comunale. Un autogol, non il primo purtroppo, per
chi dovrebbe avere a cuore sempre e soltanto un ruolo terzo rispetto alla
componente politica.
E' un autogol che pone almeno (perché potrebbero essere
molte di più) una domanda: il
sindaco-borgomastro è stato informato della lettera inviata in modo
assolutamente irrituale al giudice, oppure il segretario comunale ha fatto
tutto di testa sua?
In un caso o
nell’altro qualcuno ha sbagliato. E non è la prima volta. Pagherà per questo?
Visti i precedenti, abbiamo qualche dubbio.