Succede così dappertutto.
In una grande città, come in un paesino di poche anime. Se fai l’amministratore
pubblico, sindaco o assessore che sia, non è necessario essere un pozzo di
scienza nel settore di cui ti occupi. Per questo ci sono i funzionari del
Comune che conoscono – o almeno dovrebbero conoscere - a menadito leggi e
codicilli.
Certo, il sindaco o l’assessore qualcosa di suo deve mettercelo: un
pizzico di competenza, una buona dose di passione e tanto, ma tanto, impegno
per fare anche quel che fino al giorno prima non avrebbe mai fatto.
A Biassono no.
Da noi c’è un assessorato in cui dimostrare di avere un briciolo di
preparazione sembra addirittura controproducente. Possibile?
I fatti. Campagna
elettorale 2016: l’ex assessore alla Cultura e attuale sindaco Luciano
Casiraghi, alla domanda del giornalista del Giornale di Carate su quali libri legge,
risponde serafico: “Non ho l’hobby della
lettura”. Come dire, non leggo libri. Vabbé, sarà un caso; in fondo,
nessuno è perfetto.
Venerdì 2
settembre, Villa Monguzzi, incontro con lo scrittore Andrea Vitali. Il neo
assessore alla Cultura, Paola Gregato, prende la parola per portare il saluto
dell’amministrazione comunale e, tra le altre cose, butta lì, serafica come il
suo predecessore: “Non sono una grande lettrice”.
Come dire, leggo poco o niente.
Tanto di
cappello alla sincerità, sia dell’uno che ha gestito la Cultura per 5 anni, sia
dell’altra che, presumibilmente, la gestirà per i prossimi 5. Tuttavia, parafrasando
un vecchio scrittore (tanto per stare in tema) in voga qualche decennio fa, si
potrebbe dire che due coincidenze fanno una certezza. Quale? Beh, che per
aspirare alla poltrona della Cultura a Biassono è indispensabile non essere dei
lettori.
Il che spiega, finalmente, perché siamo andati fino a Lesmo a prendere
il nuovo assessore alla Cultura: per la Lega le tradizioni sono sacre e vanno
mantenute.