INCONTRI


07 giugno 2017

UN REGOLAMENTO A PROVA DI ROSSI



Dispiace dirlo ma Mauro Rossi ha preso un grosso abbaglio. Il presidente del consiglio comunale in una dichiarazione al Giornale di Carate, in questi giorni in edicola, ha infatti sostenuto che la convocazione della seduta di consiglio del 25-26 maggio era regolare. E che, se proprio si vuole trovare una motivazione alla sua decisione di convocarlo senza rispettare i tre “giorni liberi”, va ricercata nella contraddizione tra gli articoli 2 e 9 del Regolamento.

Ora, lungi da noi il voler mettere uno contro l’altro due autorevoli leghisti ma, se c’è una cosa chiara del Regolamento del consiglio comunale, scritto dall’allora sindaco padano Angelo De Biasio, è proprio la sottolineatura che dal giorno della convocazione (escluso) al giorno della seduta (escluso) devono trascorrere 3 giorni liberi.

L’ articolo 2 dice infatti testualmente: “Per il computo dei termini previsti dal presente Regolamento, i giorni s’intendono liberi, cioè sono da ritenersi esclusi il giorno di ricevimento delle comunicazioni e il giorno in cui si manifesta l’evento…”.
E l’articolo 9 precisa: “… 3. L’avviso di convocazione, contenente l’ordine del giorno, deve essere fatto pervenire ai Consiglieri comunali nei termini seguenti:... b) almeno tre giorni liberi prima di quello stabilito per l’adunanza, qualora si tratti di sessioni straordinarie”.

Come si dice, più chiari di così… Sia l’articolo 2 che l’articolo 9 parlano di giorni liberi, che devono essere 3.

E la contraddizione di Rossi? Con tutta la nostra buona volontà (e, pensiamo, anche con tutta la buona volontà dell’ex sindaco De Biasio) non riusciamo proprio a vederla.

Non è tutto. Nell’articolo del Giornale di Carate Rossi ha dichiarato che anche il segretario comunale ha confermato la corretta interpretazione che lui ha dato del Regolamento per giustificare la convocazione con soli 2 giorni liberi. A questo punto è lecito domandarsi: ma Rossi e Miatello hanno letto il Regolamento del Comune di Biassono o di un altro Comune? Oppure l’hanno letto, magari un po’ troppo velocemente per la fretta di convocare il consiglio, e non l’hanno capito?

Domande senza risposta. Un consiglio ci sentiamo però di darlo. Per risolvere una volta per tutte il dilemma il presidente Rossi, con l’eventuale supporto del segretario comunale, potrebbe proporre quanto prima una modifica del Regolamento.

L’importante è che la nuova stesura sia scritta in modo da non incappare in qualche altra inafferrabile e sfuggente contraddizione. Con buona pace, naturalmente, del suo attuale “compagno in camicia verde” che fino al 24 maggio scorso era convinto di aver scritto un Regolamento a “prova di Rossi”.