Dispiace dirlo ma Mauro Rossi ha preso un grosso abbaglio. Il
presidente del consiglio comunale in una dichiarazione al Giornale di Carate,
in questi giorni in edicola, ha infatti sostenuto che la convocazione della
seduta di consiglio del 25-26 maggio era regolare. E che, se proprio si vuole
trovare una motivazione alla sua decisione di convocarlo senza rispettare i tre
“giorni liberi”, va ricercata nella contraddizione tra gli articoli 2 e 9 del
Regolamento.
Ora, lungi da noi il voler mettere uno contro l’altro due
autorevoli leghisti ma, se c’è una cosa chiara del Regolamento del consiglio
comunale, scritto dall’allora sindaco padano Angelo De Biasio, è proprio la
sottolineatura che dal giorno della convocazione (escluso) al giorno della
seduta (escluso) devono trascorrere 3 giorni liberi.
L’ articolo 2 dice infatti testualmente: “Per il computo dei
termini previsti dal presente Regolamento, i giorni s’intendono liberi, cioè
sono da ritenersi esclusi il giorno di ricevimento delle comunicazioni e il
giorno in cui si manifesta l’evento…”.
E l’articolo 9 precisa: “… 3. L’avviso di convocazione, contenente
l’ordine del giorno, deve essere fatto pervenire ai Consiglieri comunali nei
termini seguenti:... b) almeno tre giorni liberi prima di quello stabilito per
l’adunanza, qualora si tratti di sessioni straordinarie”.
Come si dice, più chiari di così… Sia l’articolo 2 che l’articolo
9 parlano di giorni liberi, che devono essere 3.
E la contraddizione di Rossi? Con tutta la nostra buona volontà
(e, pensiamo, anche con tutta la buona volontà dell’ex sindaco De Biasio) non
riusciamo proprio a vederla.
Non è tutto. Nell’articolo del Giornale di Carate Rossi ha
dichiarato che anche il segretario comunale ha confermato la corretta
interpretazione che lui ha dato del Regolamento per giustificare la convocazione
con soli 2 giorni liberi. A questo punto è lecito domandarsi: ma Rossi e
Miatello hanno letto il Regolamento del Comune di Biassono o di un altro
Comune? Oppure l’hanno letto, magari un po’ troppo velocemente per la fretta di
convocare il consiglio, e non l’hanno capito?
Domande senza risposta. Un consiglio ci sentiamo però di darlo.
Per risolvere una volta per tutte il dilemma il presidente Rossi, con
l’eventuale supporto del segretario comunale, potrebbe proporre quanto prima
una modifica del Regolamento.
L’importante è che la nuova stesura sia scritta in modo da non
incappare in qualche altra inafferrabile e sfuggente contraddizione. Con buona
pace, naturalmente, del suo attuale “compagno in camicia verde” che fino al 24
maggio scorso era convinto di aver scritto un Regolamento a “prova di Rossi”.