Biassono Civica Augura Buone Feste a Tutti i Biassonesi
INCONTRI
22 dicembre 2017
15 dicembre 2017
SEMM ANCA MO’ AL CAMP DI CENT PERTICH
Finita
non è finita. E ci vorrà, ad essere ottimisti, ancora un bel po’ di mesi prima
che lo sia. In ogni caso, si sa già cosa Villa Bossi non sarà: un polo
culturale imperniato sulla biblioteca civica, che possa rappresentare un punto
di riferimento prestigioso per i biassonesi e per gli abitanti dei Comuni
vicini.
La
proposta, lanciata da Biassono Civica nell’ultimo consiglio comunale, è stata
bocciata dall’assessore alla Cultura, Paola Gregato. Il motivo? Semplice. Villa
Bossi è costata talmente tanto (più di 3 milioni di euro, quasi sei miliardi
delle vecchie lire) e costerà talmente tanto in futuro (si vocifera di 20 mila
euro all’anno, meno, comunque, di quanto spende il Comune in cause legali) che
la giunta è intenzionata a fare cassa. Come? Cedendone una parte (l’ala est
sarà riservata alla biblioteca del Museo) a privati che possano farsi carico dei
costi. Quali privati? Bella domanda.
L’assessore
Gregato ha spiegato che sono alla ricerca di qualche associazione (culturale?
di categoria? un pool di professionisti?)che possa permettersi il lusso di
mettere mano ogni anno al portafoglio per le spese ordinarie e per la
manutenzione. Insomma, siamo al punto di partenza. Tante buone intenzioni,
nessuna idea concreta.
All’inizio,
lo ricordiamo tutti, la giunta leghista voleva farne un luogo di aggregazione
ed ospitare le molte associazioni presenti in paese. Poi hanno pensato di darne
una parte al Museo per nuove sale espositive e una parte da usare come
incubatore di realtà imprenditoriali giovanili e farne uno spazio di co-working
in collaborazione con la Provincia di Monza e Brianza. Tutto finito nel nulla,
come i due bandi promossi dal Comune per la sua gestione. E adesso?
Ci
riprovano. Malgrado sia la stessa giunta leghista ad ammettere nel Documento
Unico di Programmazione che l’attuale sede della biblioteca “non permette la
crescita delle collezioni e limita le iniziative se non altro dal punto di
vista numerico dei partecipanti”.
I nostri
regiù, padani e non, guardando Villa Bossi, alzerebbero gli occhi al cielo e
direbbero: “Sem anca mò al camp di cent pertich”. Avrebbero torto?
12 dicembre 2017
STUDIATE, CAPRE!
Il
TUEL (testo unico degli enti locali) spiega che se si vogliono fare modifiche
al bilancio di previsione degli enti locali, tipo il Comune di Biassono, dopo
il 30 novembre bisogna avere l’approvazione del revisore dei conti. Questa è la
legge.
E’
cosi che nell’ultimo consiglio comunale, alla richiesta di spiegazioni scritte
e motivate delle variazioni proposte dalla giunta leghista, il presidente
dell’aula, l’architetto Mauro Rossi, e l’assessore al Bilancio Piero Malegori,
gonfiandosi il petto, rispondevano al consigliere Alberto Caspani, con una
certa supponenza che “è tutto a posto, abbiamo l’approvazione del revisore dei
conti!”.
Peccato
che nessuno avesse veramente dato un’occhiata ai conti, a parte la consigliera
Stefania Canzi di Biassono Civica, che le variazioni al bilancio le ha
spulciate una per una e ha trovato un errore. Guarda caso nei conti di chi i
conti avrebbe dovuto controllarli: il revisore.
Imbarazzo
tra assessori e consiglieri della Lega. Che, chi a penna e chi con la
calcolatrice del cellulare, hanno cominciato a far somme e sottrazioni nel
silenzio generale, con l’assessore al Bilancio e il presidente del consiglio
che sostenevano a spada tratta la correttezza dei dati presentati.
Dopo
un’interruzione di 15 minuti del consiglio tra lo sconcerto dei pochi presenti
in aula, la smentita dalla viva voce del segretario comunale, dottor Francesco
Miatello: “la consigliera Canzi ha ragione”. E il petto del presidente del
consiglio e dell’assessore al Bilancio si è sgonfiato come un palloncino
bucato.
Ci
aspettiamo ora che l’assessore alla Cultura, la dottoressa Paola Gregato, che
sulla sua pagina facebook ha accusato chi ha preso parte alla manifestazione
antifascista di sabato 9 dicembre a Como di sottrarre tempo prezioso allo
studio, rivolga la stessa esortazione ai suoi compagni di partito: “Studiate,
Capre!”.
06 dicembre 2017
CHIAMATE STAFFELLI
Dalle stalle alle stelle: Striscia la notizia porta bene alla
Protezione civile. Dopo la contestata vicenda del parcheggio a pagamento in
occasione degli Open di golf al Parco di Monza, la giunta leghista ha deciso di
premiare l’impegno dei volontari biassonesi. Se finora il Comune ha infatti
concesso alla Protezione civile un “misero” (parole loro) contributo di 3.500
euro all’anno, dal 2018 lo stanziamento aumenterà di quasi il 700 percento,
toccando quota 21.000 euro. All’anno. Cifra che verrà riconfermata anche nel
biennio 2019-2020. Mica bruscolini, se si considera che fanno 63.000 euro in
tre anni.
Il motivo dell’improvviso cambio di rotta? E’ scritto nel
Documento Unico di Programmazione (DUP), in discussione lunedì 11 dicembre in
consiglio comunale: “L’Amministrazione comunale anche per il triennio 2018-2020
intende avvalersi dell’organizzazione denominata “Associazione Volontari
Protezione Civile Biassono” con sede in Biassono via Regina Margherita 7 al
fine di gestire tutte le attività che perseguono finalità volte alla
salvaguardia degli abitanti, all’integrità dei beni pubblici e privati, degli
insediamenti e dell’ambiente, dai danni o dal pericolo di danni derivanti da
calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi coniugando l’impiego
degli uffici e del personale comunale con quello del volontariato. A tal fine
nel corso dell’anno 2018 verrà approvata una nuova convenzione che
regolamenterà tutti gli aspetti operativi e finanziari delle attività
effettuate dall’Associazione”.
Un bel colpo! Soprattutto alla luce dei rapporti tutt’altro che
idilliaci che la Protezione civile ha avuto negli ultimi anni con le giunte
leghiste. Ma in politica cambiare opinione non è reato. E i soldi, come
dicevano i latini, non puzzano.
Ora che l’idillio è tornato (e non possiamo che esserne contenti),
andrebbe suggellato con un bel Tapiro. Magari d’oro.
Staffeeelliiii!
30 novembre 2017
INTERROGAZIONE

Biassono Civica ha presentato un’interrogazione per sollecitare l’Amministrazione a trovare uno spazio adeguato che permetta il proseguimento di tutte le iniziative rivolte ai più piccoli, quali la lettura rivolta ai bimbi dai 3 ai 6 anni( C’era una voce) e la festa ai nuovi nati.
La
risposta nel prossimo consiglio comunale.
25 novembre 2017
STIL NOVO PADANO
Stranezze
in salsa padana. Il problema si era già presentato durante l‘ultimo consiglio
comunale quando, per emendare un testo incomprensibile e non volendo far propri
i suggerimenti delle minoranze, la Lega ha approvato un testo contradditorio. A
detta anche di un paio di consiglieri leghisti o simil-leghisti.
Il
dubbio che in Villa Verri venga usata una nuova lingua, ai più sconosciuta,
sembra ormai assodato.
I
fatti. Nel bando del concorso pubblicato all’albo pretorio on line per
l’assunzione di 2 impiegati amministrativi per i Servizi sociali e la Gestione
del territorio all’articolo 2 leggiamo testualmente:
“REQUISITI
PER L’AMMISSIONE AL CONCORSO
Per essere ammessi al concorso è
necessario che i candidati siano in possesso dei seguenti requisiti: essere in
possesso della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi appartenenti all’Unione
Europea.
Senza
ulteriori indicazioni di nazionalità diverse.
L’articolo
6, invece, recita:
“DOCUMENTAZIONE
DA ALLEGARE ALLA DOMANDA
Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione:
copia del permesso di soggiorno e copia della documentazione attestante il
grado di parentela con un cittadino comunitario, OPPURE copia del permesso di
soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, OPPURE copia della
documentazione attestante lo status di rifugiato o lo status di protezione
sussidiaria (solo per i cittadini extracomunitari);”
Potremmo
anche sbagliarci ma gli articoli 2 e 6 sono in palese contraddizione l’uno con
l’altro: il 2 ammette al concorso soltanto i cittadini comunitari, mentre per
il 6 vanno bene anche gli extracomunitari. Un guazzabuglio per chiunque, non
per i nostri amministratori e chi dovrebbe consigliarli.
A
questo punto riteniamo sia necessaria e urgente l’introduzione di un
vocabolario Italiano/Leghista e Leghista/Italiano per permettere ai cittadini
normodotati la lettura sia dei testi che escono dal consiglio comunale, che di
quelli prodotti dagli uffici. Probabilmente, loro malgrado, dopo anni di
“convivenza e linguaggio” dei lumbard non è facile neppure per i dipendenti
tenere la barra dritta. C’è il sospetto che, anziché sciacquare i panni in
Arno, come suggeriva il buon Manzoni, in Comune abbiano cominciato – mal
consigliati - a farlo nel Lambro. Che, si sa, non è certo il fiume più pulito
d’Italia.
23 novembre 2017
GIANCARLO CARRER “SGURBAT D’OR” 2017?
Cari
colleghi Amministratori,
volevo
rendervi partecipi delle motivazioni per le quali Giancarlo Carrer, presidente
onorario della Croce Bianca di Biassono, è il candidato ideale per essere
insignito del riconoscimento “Sgurbat d’or” 2017.
Un
po’ di storia.
La
Croce Bianca di Milano fu fondata nel 1902 da don Luigi Bignami che con i
ragazzi del suo oratorio rilevò’ il bisogno di dare soccorso alle persone che
in strada o nelle abitazioni della zona avessero bisogno ,il più presto
possibile, di essere trasportate nel più vicino ospedale . Tutt’ora di
ispirazione cattolica, venne chiamata Croce Bianca per completare, insieme alla
Croce Rossa e alla Croce Verde, i colori della nostra bandiera nazionale.
Col
tempo la Croce Bianca di Milano si sviluppò in tutta la provincia.
Su
iniziativa del consigliere comunale di Biassono, dottor Alberto Bianchi,nel
1977 l’allora amministrazione di Biassono, con il sindaco Vincenzo Belloni, si
mise d’accordo con il Consiglio direttivo della Croce Bianca della Brianza, con
sede a Besana Brianza, per dare vita alla Croce Bianca delegazione di Biassono.
Lo scopo era quello di garantire ai biassonesi un tempestivo intervento di
soccorso e trasporto negli ospedali della zona.
Il
presidente della Croce Bianca della Brianza di allora, Luciano Corbetta , venne
nel 1977 a Biassono per incontrare le persone dei due maggiori gruppi e tenne
delle riunioni di presentazione dell’iniziativa con le giovani e i giovani
degli oratori e con gli aderenti al Club Apino Italiano, che aveva la propria
sede all’oratorio maschile. Cito alcune persone del C.A.I. di Biassono che
aderirono alla proposta : i compianti Antonio Riboldi , Luigi Riboldi(Bigetto),
Silvano Crippa. Inoltre Luigi Recalcati e Felice Colombo (Boni). Dell’oratorio, il
sottoscritto, le due Marielle (come le chiamavamo fin da quei tempi perché
inseparabili amiche: Mariella pasticciera e Mariella Sangiorgio), Sito (Fra
Silvestro), Angela Galbiati e altri.
Tantissimi
biassonesi hanno fatto esperienza di volontariato in Croce Bianca dal 1977 ad
oggi, tra i quali il compianto Alberto Panzeri, che è stato anche il
presidente, Fiorenzo Saini, attuale presidente del Corpo musicale biassonese,
Alberto Citterio (Citti), l’allora studente di medicina Maurizio Pedrazzini, lo
“Sgurbat d’or” Maria Grazia Crippa e, ancora tra centinaia di altri,
l’instancabile aiuto sacrestano Carlo Motta, che fu anche il primo biassonese a
diventare responsabile della delegazione di Biassono.
La
prima sede di via Verri disponeva di un solo locale e si faceva servizio solo
nel fine settimana. Si è iniziato nel 1977, subito dopo la conclusione del
primo corso di pronto soccorso a Biassono, la cui partecipazione era
obbligatoria per diventare volontari della Croce Bianca. I volontari, appena
usciti dal corso, non erano ancora effettivi, lo sarebbero diventati solo dopo
6 mesi di volontariato. Pertanto, per creare gli equipaggi per il servizio di
pronto intervento con autoambulanza ci poteva essere per ogni equipaggio un
solo “neocrocebianchino” di Biassono, supportato da altri 2 volontari
effettivi, provenienti dalle delegazioni della Croce Bianca della Brianza. Tra
gli effettivi c’era il giovane Giancarlo Carrer, residente a Seregno e già da 5
anni volontario della Croce Bianca di Giussano.
Anche
le autoambulanze utilizzate nei primi mesi furono quelle delle altre
delegazioni della Brianza, fino a quando nel 1978 arrivò una nuova ambulanza,
donata dalla ditta Boldrocchi di Biassono, in memoria dell’ingegner. Luigi
Boldrocchi. Era la Mitica Fiat 238, la numero 35 tra le autoambulanze della
Brianza.
La
prima sede della Croce Bianca di Biassono, in pieno centro storico, era un
punto d’incontro tra i volontari e i cittadini di Biassono. Le donne anziane, a
volte, passando, chiedevano di farsi provare la pressione; oppure, donne e
uomini, si fermavano a scambiare quattro chiacchiere con noi volontari, seduti
nei mesi più caldi, con addosso il nostro bel camice bianco, fuori dal locale
della sede. Mi piace ricordare con simpatia e affetto il papà del Cornelio
Saini che spesso passava di lì in bicicletta, con gli zoccoli ai piedi, e che
senza fermarsi ci gridava con un leggero sorriso sulle labbra: “Sempre pronti e
mai richiesti!”.
Giancarlo
Carrer continuò ad aiutare e ad essere vicino ai volontari della Croce Bianca
di Biassono. In particolare, a una di loro era molto vicino… D’altronde, tra i
biassonesi ma, forse, soprattutto tra le biassonesi, circolava la voce che la
Croce Bianca era, dopo CL, la seconda “Agenzia Matrimoniale” di Biassono. Fu
così che Giancarlo Carrer sposò la biassonese Angela Galbiati e si trasferì a
Biassono.
Da
allora fino ad oggi, non dico una bugia nell’affermare che non ci sia stato
giorno o non ci sia giorno che Giancarlo non passasse e non passi dalla sede
della Croce Bianca d Biassono. Così come non ci sia stata o non ci sia
iniziativa della Croce Bianca di Biassono alla quale Giancarlo non abbia
collaborato. A Biassono ha ricoperto per molti anni la carica di Comandante (
responsabile operativo dei volontari) e vari incarichi come membro del
Consiglio direttivo. E’ anche grazie a lui e al compianto Alberto Panzeri,
molto stimati a livello di Consiglio Generale della Croce Bianca di Milano, se
la delegazione di Biassono è diventata sezione autonoma della Croce Bianca
Milano.
Commovente
la consegna, avvenuta quest’estate a Costa Alta durante i festeggiamenti per i
40 anni della Croce Bianca di Biassono, del verbale del locale Consiglio
direttivo, nel quale si è nominato, a sua insaputa, Giancarlo Carrer presidente
onorario della Croce Bianca Sezione di Biassono.
Giancarlo
è sempre stato sensibile e attento osservatore di tutto ciò che si muove nel
nostro paese. Spesso lo si vede tra i non molti, purtroppo, presenti tra il
pubblico al consiglio comunale. E’ stato anche, nominato dalla Democrazia
Cristiana, negli anni Novanta, membro della commissione “socio sanitaria”,
ahime’ dico io, essendone stato il presidente, durante la giunta del compianto
sindaco Peppino Villa. Anche in quell’occasione, io, l’assessore di allora
Gianni Rovagnati e molti altri hanno potuto apprezzare l’impegno e la dedizione
di Giancarlo nel collaborare a migliorare e ottimizzare i servizi per i nostri
concittadini.
Giancarlo
da sempre è anche molto attento a ciò che si “muove” fuori dal nostro paese: E’
stato volontario al recente Expò di Milano ed attualmente fa servizio di
accoglienza e controllo, sempre come volontario, alla Reggia di Monza (o, come
la chiamiamo noi, non più giovani, Villa Reale) durante gli orari di apertura
al pubblico.
Giordano
Arosio
18 novembre 2017
SCHERZETTO PADANO
Hanno
preparato quattro determinazioni, bandito un concorso, verificato la copertura
finanziaria per il neoassunto, confermato che i soldi c’erano, letto la
documentazione di 142 candidati, nominato una commissione che ne ha scartati 5,
noleggiato 150 poltroncine con scrittoio (1300 euro) per i 137 rimasti in
corsa, fatto una prima selezione, preparato le domande per la prova scritta e
per quella orale, corretto gli elaborati, interrogato i promossi, stilato i
verbali, redatto la graduatoria finale con 8 candidati idonei.
Un
lavoro estenuante. E inutile.
Sì,
perché dopo la lunga e costosa trafila burocratica l’amministrazione comunale
si è accorta che per l’assunzione dell’Istruttore amministrativo categoria C
per l’ufficio Patrimonio, Sport, Cultura e Tempo libero non ci sono i soldi.
Possibile? Possibile. Parola del sindaco-borgomastro Luciano Casiraghi, che
l’ha dichiarato con la solita nonchalance in risposta all’interrogazione
presentata in Consiglio comunale da Biassono Civica: “Non abbiamo ancora approvato
il bilancio consolidato e quindi per l’assunzione del nuovo dipendente non c’è
la prevista copertura finanziaria”. Uno scherzo? Macché, tutto vero.
Vero
per vero, il borgomastro ha detto anche altro. Che, ad esempio, la prima in
graduatoria, tale Buzzi, ha rinunciato all’incarico e che il secondo
classificato di cognome fa Alfano. Fatto sta che per ovviare al pasticcio
dell’assunzione “congelata” si è deciso di spostare fino al 31 dicembre due
dipendenti già in forza in Comune: 9 ore alla settimana ciascuno e l’ufficio
Patrimonio ha risolto il problema della carenza di personale. Poi si vedrà.
Domanda:
non si poteva pensarci prima, senza spendere tempo e quattrini? Altra domanda:
se al momento del bando la copertura finanziaria c’era, come fa a non esserci
più al momento dell’assunzione? I casi sono due: si è detta una “bugia”
(l’eufemismo è voluto) prima o la so dice adesso. A meno che non c’entrerà per
caso l’Alfano, un cognome, come dire, non proprio padano. Chiederlo ai nostri
amministratori? Tempo perso, sappiamo già la risposta: “A Biassono? Ma quando
mai!”.
16 novembre 2017
FARE&DISFARE
Avevamo
ragione. Il concorso per 2 posti di Istruttore amministrativo categoria C era
irregolare. E infatti, dopo la presentazione della nostra interrogazione (in
discussione giovedì 16 novembre in Consiglio comunale) che muoveva forti
perplessità sulla conformità del bando, in Villa Verri hanno deciso di correre
ai ripari. Revocandolo. Il tutto senza avere, noi gufi e rosiconi
dell’opposizione, alle spalle chissà quanti anni spesi sui testi di
giurisprudenza ma soltanto una briciola di buona volontà e l’accortezza di
digitare i tasti giusti su internet. Come dire, poteva arrivarci chiunque.
Bastava
poco per rendersi conto, come abbiamo sottolineato nell’interrogazione, che nel
bando mancavano le motivazioni (obbligatorie per legge) per cui si decideva di
indire un nuovo concorso quando esiste già una graduatoria per la stessa
qualifica professionale. Graduatoria messa a punto dopo che lo scorso maggio
era stato bandito un concorso per Istruttore amministrativo categoria C da
destinare al settore Patrimonio, Sport e Cultura, al quale erano risultati
idonei 8 candidati su 137.
Per
fortuna, è notizia di questi giorni che i dipendenti del Comune di Biassono
risultano essere tra i più virtuosi a livello nazionale per il basso numero di
permessi retribuiti usufruiti. Chi frequenta Villa Verri non ha dubbi in
proposito. E meno male. Perché lo stakanovismo dei dipendenti compensa almeno
le “magre” figure fatte da chi dovrebbe controllare tutti gli atti prima che
questi diventino esecutivi.
Nel
suo ormai conclamato pressapochismo, disperiamo che la giunta sappia dare
indicazioni precise per mettere fine a questo continuo fare&disfare, con
perdite di tempo e, soprattutto, di soldi pubblici.
La
conferma? Ritirato un bando, ce n’è già pronto un altro. Sì, ancora quello per
2 posti di Istruttore amministrativo categoria C.
13 novembre 2017
IL SINGHIOZZO DEI VIGILI OMBRA
Alla
fiera di San Martino c’erano proprio tutti: il sindaco con giacca country,
fascia tricolore e moglie al seguito, il vice un po’ più defilato, il
segretario comunale con l’immancabile macchina fotografica, il presidente del
consiglio e gli impiegati del municipio al gazebo del Comune e sparsi tra la
folla.
Mancavano
soltanto loro. Dei cinque agenti e sottufficiali (più il dirigente “a
singhiozzo”) in forza al comando della Polizia locale non c’era neppure
l’ombra. Malati? In ferie? A riposo? In sciopero? Boh, mistero.
Eppure,
domenica, di qualche vigile ci sarebbe stato bisogno, con migliaia di donne,
uomini e bambini che facevano la spola tra piazza Italia e Villa Verri. E,
invece, manco un agente a presidiare la provinciale, trafficata come sempre, e
a garantire un minimo di sicurezza ai biassonesi. Perché?
Chiedere
conto ai nostri amministratori è inutile. “Sapete soltanto criticare”, è la
litania dietro cui si trincerano sempre. E hanno ragione. Avremmo dovuto, per i
vigili come per altre cose che non vanno, chiudere gli occhi e far finta di
niente. In fondo, ripetono ogni volta con la consueta sicumera sindaco e
assessori, non viviamo nel borgo meglio amministrato della Brianza?
E allora,
cosa volete?
07 novembre 2017
LA STRISCIA CHE NON FA NOTIZIA
C’è Striscia e striscia. A Biassono quelle pedonali non solo non fanno notizia ma giacciono scolorite e dimenticate anche da parte di chi dovrebbe rinfrescarne di tanto in tanto la “memoria”. In fondo basta poco: un po’ di vernice bianca e qualche briciola d’attenzione per la sicurezza dei biassonesi. E’ chiedere troppo? L’assessore ai Lavori Pubblici che Biassono Civica ha interpellato qualche settimana fa se l’è cavata con un laconico “ alcune strade le dobbiamo riasfaltare”. Quando? Non l’ha detto. Nel frattempo, occhio alla striscia. Quella che forse c’è ma non si vede.
05 novembre 2017
01 novembre 2017
AL BANDO LE SEDIE O IL CONCORSO?
Partiamo
dai fatti. Lo scorso aprile il Comune ha bandito un concorso per un posto di
Istruttore amministrativo, categoria C1. Si sono presentati in 137, tanto che è
stato necessario andare fino a Pontoglio, Brescia, per noleggiare 150 sedie
(costo 1372,50 euro) e tenere la preselezione al palazzetto dello sport di via
Parco. Fatti scritti e orali, 9 candidati sono risultati idonei e con la
determinazione n. 449 del 26 settembre 2017 sono stati approvati i verbali e la
graduatoria finale. Ora, il Comune ha deciso di bandire un nuovo concorso per
altri due posti. Con che qualifica?
Istruttore amministrativo, categoria C1.
Sì, la stessa del precedente concorso.
Qualche
domande viene da sé. Ci limitiamo a tre per non farla troppo lunga.
1.
Perché si è deciso di fare un nuovo concorso quando la determinazione n. 449
dice espressamente che la graduatoria di quello appena concluso può essere
utilizzata per tre anni per altre assunzione nella stessa categoria
professionale?
2. IL
decreto n. 165 del 2001, meglio noto come legge Brunetta, all’articolo 35
afferma che, prima di avviare una procedura concorsuale, è necessario esaurire
le proprie graduatorie degli idonei. Quanto sostengono anche il Decreto n. 90
del 2014, l’ordinanza del Consiglio di Stato in seduta plenaria n. 14/2011 e il
Decreto legislativo n. 267/2000, all’articolo 91. A Biassono non valgono le
norme dello Stato italiano?
3. Gli
organi di controllo interni a Villa Verri cosa dicono? Le normative, quelle
statali, sono rispettate alla lettera? O si fa, non sarebbe la prima volta,
come meglio si crede?
Con
tutta la buona fede, qualche dubbio (più di uno, ad essere sinceri) che non
tutto sia fatto a regola d’arte c’è. Per ora l’unica cosa certa è il noleggio
delle sedie. Se, a dispetto di quel che dice la legge, il concorso si farà,
dovremmo mettere mano di nuovo al portafoglio e tornare, magari a Pontoglio,
per ordinare le poltroncine con bracciolo e tavoletta-scrittoio.
Poco male, per
chi comanda in Villa Verri le mani bucate le ha sempre
Roma, mica Biassono.
27 ottobre 2017
IL COMUNE NON DA’ I SOLDI? COLPA DI BIASSONO CIVICA
Antonio Marinelli ce l’ha con Biassono Civica. La nostra colpa? Aver dichiarato che nella vicenda del parcheggio che la Protezione civile di Biassono ha gestito a San Giorgio in occasione degli Open di golf al Parco di Monza (12.000 euro raccolti) l’Amministrazione comunale ha agito con “pressapochismo”. Marinelli, che della Protezione civile locale è l’anima, non l’ha presa bene e in una lettera alla stampa sostiene che “Biassono Civica ha alzato la voce con attacchi politici assurdi contro il sindaco tacendo invece su come poter aiutare la Protezione civile, anzi definendo la nostra azione una leggerezza… Invece di trovare soluzioni anche dai banchi del Consiglio comunale si fa demagogia: Biassono Civica la Protezione civile l’ha incontrata e ascoltata solo in campagna elettorale”.Testo lettera
Sulla vicenda, per cui si è mosso anche Valerio Staffelli con la troupe di Striscia la notizia e ne hanno dato notizia anche il Corriere della Sera, è necessaria qualche precisazione.
1. “Non c’è nessuna volontà politica da parte di Biassono Civica di colpevolizzare i volontari della Protezione civile che, magari con leggerezza ma in buona fede, fanno del loro meglio per garantire l’operatività della loro associazione”. Il riconoscimento dell’impegno dei volontari della Protezione civile di Biassono (peraltro già dichiarato ai giornali nei giorni scorsi) lo rinnoviamo, malgrado l’attacco gratuito del suo “leader”.
2. Ci dispiace che Marinelli se ne risenta ma leggerezza da parte della Protezione civile e pressapochismo da parte dell’Amministrazione comunale ci sono stati. Eccome. Con la circolare prot. DPC/CG/0018461 del 10/03/09 (pubblicata in G.U. n. 87 del 15/04/09) il Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale ha infatti ricordato che è vietato alle Associazioni di Protezione Civile lo svolgimento di attività diverse da quelle “volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi”. Questo dovrebbero saperlo in Comune e alla Protezione civile. E, forse, si spiegherebbero, Comune e Protezione civile, il motivo per cui qualcuno (non Biassono Civica) ha sollevato il caso in diverse sedi istituzionali e chiamato Striscia la notizia).
3. Sì, in campagna elettorale abbiamo incontrato (siamo, forse, stati gli unici) buona parte delle associazioni di Biassono, tra cui anche la Protezione civile. E Marinelli, presente all’incontro, ci ha anche spiegato le difficoltà economiche della sua associazione, situazione peraltro analoga a quella di molte altre associazioni di Biassono. Da allora, però, più niente. Forse Marinelli si aspettava che fossimo noi a contattarlo di nuovo? Lui, di certo, non si è più fatto vivo. Adesso ci rimprovera di non aver mosso un dito per la Protezione civile. Cosa dovevamo fare? Forse Marinelli non s’è accorto che in Comune la “borsa” la gestisce la maggioranza leghista. E dovrebbe anche sapere che fine fanno le tante proposte delle minoranze, dal momento che è stato per anni consigliere d’opposizione. Accusare, quindi, Biassono Civica di non aver portato in Consiglio comunale la questione delle poche risorse che la giunta leghista destina alla Protezione civile (3.500 euro all’anno) suona, questo sì, demagogico.
21 settembre 2017
11 settembre 2017
BIASSONO CIVICA E LEGAMBIENTE DICONO NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DI BIASSONO
Depositato oggi un nuovo ricorso al Tar contro il
‘masterplan’ ratificato dalla maggioranza leghista del Consiglio Comunale, che
mette a rischio 307.000 metri quadrati di verde.
No alla cementificazione dell’ultima area verde rimasta a Biassono. Sembra una battaglia sulla corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali quella che si va profilando al TAR Lombardia, che oggi ha ricevuto, a firma degli avvocati Emanuela Beacco e Michele Memola, un nuovo ricorso contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Biassono. Il PGT del comune è stato approvato nel 2012 ma già allora, a seguito di segnalazione di cittadini e di una lista d’opposizione, era stato impugnato con un ricorso tutt’ora pendente, anche allora a firma di Legambiente. La vicenda urbanistica si è però, prima dell’estate, arricchita di un nuovo atto, approvato dal Consiglio Comunale, con voto contrario delle opposizioni. Una delibera che dà l’assenso – con procedura atipica e palesemente illegittima, ma gravida di pericolose conseguenze – alla proposta dell’operatore privato di attuare il piano con un progetto riguardante l’area di trasformazione urbanistica AT1, la più estesa tra quelle previste dal PGT. Da qui la necessità, per dar seguito all’azione già intentata, di procedere con una nuova impugnazione al giudice amministrativo, sostenuta da Biassono civica con Legambiente.
No alla cementificazione dell’ultima area verde rimasta a Biassono. Sembra una battaglia sulla corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali quella che si va profilando al TAR Lombardia, che oggi ha ricevuto, a firma degli avvocati Emanuela Beacco e Michele Memola, un nuovo ricorso contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Biassono. Il PGT del comune è stato approvato nel 2012 ma già allora, a seguito di segnalazione di cittadini e di una lista d’opposizione, era stato impugnato con un ricorso tutt’ora pendente, anche allora a firma di Legambiente. La vicenda urbanistica si è però, prima dell’estate, arricchita di un nuovo atto, approvato dal Consiglio Comunale, con voto contrario delle opposizioni. Una delibera che dà l’assenso – con procedura atipica e palesemente illegittima, ma gravida di pericolose conseguenze – alla proposta dell’operatore privato di attuare il piano con un progetto riguardante l’area di trasformazione urbanistica AT1, la più estesa tra quelle previste dal PGT. Da qui la necessità, per dar seguito all’azione già intentata, di procedere con una nuova impugnazione al giudice amministrativo, sostenuta da Biassono civica con Legambiente.
Per
capire il motivo del contendere, è opportuno premettere che il comune di
Biassono è uno dei più cementificati della Lombardia, certificando un consumo
di suolo sul 67% del territorio comunale. Dovrebbe essere pacifico che un
comune che ha già dato così tanto al cemento abbia il massimo rispetto per il
poco territorio libero rimasto, su cui dovrà fare affidamento per i futuri
bisogni della comunità. Un principio sancito anche dal Piano Territoriale (PTC)
della Provincia di Monza, che stabilisce un limite perentorio per le facoltà di
nuove edificazioni su terreno libero. Ma non è di questo avviso chi oggi
amministra il comune (la Lega Nord), che forse ritiene di poter esaurire i
pochi territori liberi nell’arco del proprio mandato. Infatti, il PGT prevede
un ambito di trasformazione, AT1, confinante con Lissone, che contempla la
possibilità di urbanizzare ben 307.000 mq di territorio: in pratica, un
incremento del 10% della superficie già urbanizzata, e pari a dieci volte il
consentito dal PTC provinciale. Su questa previsione pende il primo ricorso, la
cui udienza è prevista a novembre, ma l’immobiliare non ha atteso la sentenza
del TAR, e ha presentato un fascicolo urbanistico sconcertante: su tutto il
territorio dell’AT1, infatti, l’operatore BWP-(Blasonium West Promotion)
propone una cementificazione pressoché totale, con carichi urbanistici
elevatissimi: una superficie lorda di pavimento pari a ben 180.000 mq di centri
commerciali, palazzi, uffici e capannoni industriali, come se a Biassono non ce
ne fossero già tanti sfitti. In pratica, vista la tipologia prevista di
edifici, si potrebbe arrivare a costruire quasi un milione di metri cubi tra
capannoni e due ‘torri direzionali’ da dieci piani ciascuna. BWP deve conoscere
bene i suoi polli se non ipotizza a beneficio del comune nessuna significativa
contropartita, né in servizi pubblici né in opere a verde o compensazioni,
arrivando al paradosso di occupare con colate di cemento perfino i terreni
destinati a future espansioni cimiteriali. In Consiglio la maggioranza ha
incredibilmente votato a favore della proposta, certificandone la conformità al
PGT di Biassono (contro ogni evidenza) e ignorando tutti i rilievi di
difformità sollevati da Biassono Civica in sede di dibattito consigliare e in
precedenti puntuali osservazioni. Tra le altre, mancano la riqualificazione del
paesaggio, i collegamenti ciclopedonali, la conservazione di spazi liberi
circostanti, la ricollocazione dell’area per lo smaltimento dei rifiuti, una
congrua fascia di rispetto al cimitero e la realizzazione di una struttura di
interesse pubblico: interventi previsti esplicitamente dal PGT.E’ contro questo
nuovo atto comunale che viene depositato oggi al TAR il nuovo ricorso che si
basa, oltre che sulla evidente irragionevolezza dell’atto assunto dal Consiglio
Comunale, anche sulle norme del piano territoriale provinciale, che racchiude
l’intero ambito in un’area di tutela individuata appositamente per preservare
gli ultimi varchi di territorio libero tra i centri abitati.
08 agosto 2017
PALAROVAGNATI, CHI LASCIA E CHI RADDOPPIA
A pensar male si
fa peccato. Ma molto spesso, come era solito ripetere quel navigato
politico della Prima Repubblica, ci si azzecca. Come dargli torto.
Pensiamo al PalaRovagnati. Un pasticciaccio? Ieri, forse. Oggi è
qualcosa di più. E non certo di meno preoccupante. Anzi, la gara per
la concessione della gestione della struttura di via Parco si fa ogni
giorno più inquietante.
I fatti. Meglio,
la cronologia dei fatti.
Si comincia lo
scorso 20 luglio. Il Comune nomina la commissione per la concessione
della gestione del palazzetto. Sono tre i componenti, tutti
dipendenti di Villa Verri.
Passano appena
dodici giorni è c’è il primo colpo di scena. Il 2 agosto la
commissione viene surrogata da una nuova perché due dei tre
componenti sono in ferie. Programmate o improvvise? In un caso o
nell’altro, a palazzo qualcosa non gira come dovrebbe.
Si corre in
fretta e furia ai ripari e il giorno dopo, il 3 agosto, la nuova
commissione è già riunita. Per portare a termine la gara? Macché,
per dimettersi. I tre nuovi commissari hanno dato un’occhiata alle
carte e non se la sono sentita di continuare. Il motivo? Niente
ipotesi da opposizione politica, lo dice la determinazione n. 393 del
3 agosto 2017, a firma del dottor Luigi Pertile, Responsabile Unico
del Procedimento: “Considerato che la Commissione di gara di cui
alla sopra citata determinazione 391/2017, riunitasi in data 3 agosto
2017 per l’apertura delle buste contenenti le offerte economiche,
ha ritenuto all’unanimità a FINI PRUDENZIALI (…) RISCONTRATE
DIFFORMITA’ PROCEDURALI (…) di sospendere i propri lavori per
rimettere il materiale di gara al Responsabile Unico de Procedimento
per le conseguenti valutazioni di competenza”.
Un brutto colpo,
soprattutto per le ragioni del passo indietro dei commissari: “FINI
PRUDENZIALI (…) RISCONTRATE DIFFORMITA´PROCEDURALI”.
Che fare? Lo
stesso giorno, siamo sempre al 3 di agosto, il Responsabile Unico del
Procedimento prende atto delle dimissioni all’unanimità della
commissione appena insediata. E rinomina una “nuova” commissione.
La terza in tredici giorni. Che, tuttavia, è ancora la prima, quella
– per capirci - dei due commissari su tre assenti per ferie ma, nel
frattempo, tornati – pare - al lavoro.
Che dire? Niente.
I fatti parlano da soli. E chi ha orecchie per intendere, intenda.
04 agosto 2017
QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DI VIA… PARCO
I
latini l’avevano già capito quasi due millenni fa: “Peccare è umano,
perseverare è diabolico”.
Chi,
invece, non riesce proprio a capirlo sono i nostri amministratori. Che, non
soltanto sbagliano a fare una gara e devono in tutta fretta annullarla per
autotutelarsi contro possibili azioni penali, ma sono anche in grado di indire
una nuova gara e il giorno prima trovarsi con due dei tre commissari (tutti
dipendenti comunali) a dare forfait perché in ferie. E dover, quindi, nominare
una nuova commissione e fissare una nuova data. Un guazzabuglio, per usare un
eufemismo. In cui il confine tra pressapochismo e poca trasparenza è sempre più
labile.
Ma
andiamo con ordine. Il 9 maggio scorso la giunta leghista indice la gara per la
concessione della gestione del PalaRovagnati di via Parco per i prossimi tre
anni. Tutto sembra procedere regolarmente fino al 27 giugno quando, con la
determinazione n. 319, viene annullata la gara. Il motivo? Presto detto:
“Rilevato che successivamente alla presentazione di due domande di
partecipazione al bando sopra richiamato si è valutata la possibilità di
avviare un procedimento in autotutela per l’annullamento d’ufficio del medesimo
avviso in ragione che da una sua più attenta lettura, non verrebbero rispettate
le garanzie minime di parità e imparzialità di trattamento, poste dal diritto
statale e dai principi del diritto comunitario vigenti”. In altre parole, il
bando di gara ammetteva una disparità di trattamento tra i due concorrenti e,
di fatto, favoriva uno rispetto all’altro.
Tutto
a posto, dunque? Sì. Anzi, no. Perché il giorno prima che la commissione,
composta da tre dipendenti del Comune, si riunisca per assegnare la concessione,
c’è un piccolo, “imprevedibile”, intoppo: due dei tre commissari sono partiti
per le ferie. Possibile? A Biassono sì. Tanto che la gara viene sospesa, la
commissione viene rinnovata con la nomina di altri due dipendenti comunali e la
nuova gara viene fissata per dopo le ferie.
Un
pasticciaccio, brutto anche. Per non dire o pensare a qualcosa di ben più
grave.
C’è da
sperare che qualcuno paghi? Pia illusione. I nostri amministratori
continueranno a fare e disfare a loro piacimento, come hanno sempre fatto.
E
ai funzionari che hanno la responsabilità del procedimento verrà, magari,
corrisposto un punteggio supplementare per il raggiungimento degli obiettivi
professionali. Con buona pace di tutti, peccatori di una sola volta e peccatori
perseveranti.
01 agosto 2017
HAI TEMPO LIBERO? IN COMMISSIONE!
Per
far parte di una Commissione comunale bisognerebbe normalmente possedere
qualche particolare requisito, quel quid che giustifichi che il candidato
prescelto in qualche modo ci capisca più di altri degli argomenti di cui si
dovrà occupare.
Per
questo ci è sembrata quantomeno bizzarra la motivazione che accompagna i nomi
dei nostri tre concittadini che, con delibera di giunta numero 84, sono stati
scelti quali membri della commissione borse di studio. Davide Erba, Lucio
Franco e Alessandra Milan sono infatti stati nominati tra gli altri in quanto
“…resisi disponibili in ragione dei propri impegni lavorativi e familiari“.
Naturalmente
non abbiamo nulla di personale contro i tre prescelti, ai quali auguriamo un
lavoro proficuo e saggio. Di sicuro avremmo preferito che la motivazione
espressa dalla giunta ci dicesse qualcosa in più di loro e delle loro
competenze specifiche. Se ci limitassimo a considerare la “disponibilità” delle
persone, quanti biassonesi potrebbero ambire a far parte di una commissione (
se fossero istituite, naturalmente, dal momento che come Biassono Civica lo
abbiamo chiesto ormai un anno fa)? E se solo questo è il requisito
fondamentale, come mai la scelta è caduta proprio su Erba, Franco e Milan?
Forse perché il settore istruzione, si sa, conta ben poco nell’ottica leghista
e qualunque cittadino può occuparsi di scuola e borse di studio?
Sicuramente
i nuovi eletti hanno maturato una certa esperienza nell’ambito scolastico e
pedagogico, o si sono distinti in qualche specifico ambito culturale a tal
punto da rendere inutile l’esplicitazione della motivazione nella delibera di
giunta. E da rendere inutile anche la richiesta all’opposizione del nome di
altri candidati che avessero “disponibilità” di tempo.
Sarà
così? Difficile dirlo dal momento che la trasparenza di questa amministrazione
è un optional.
In
fondo il nostro sindaco-borgomastro l’ha dichiarato più volte e l’ha ribadito
anche nell’ultimo consiglio comunale: “Noi abbiamo vinto e noi comandiamo!”.
17 luglio 2017
LA POLITICA CHE PIACE A NOI E ALLA GENTE

Spostandoci
più a nord del nostro paese, il sindaco Casiraghi annuncia che in via Alberto
da Giussano verranno installati dei sensori come dissuasori di velocità. Su
segnalazione di alcuni residenti, che da anni si lamentavano , inascoltati,
dell’intenso traffico sulla loro via e della forte velocità , sia di auto che
di camion ,nonostante la presenza di dossi, abbiamo pubblicato qualche mese fa
un post sul nostro blog e invitato i residenti ad insistere con la giunta per
la risoluzione del loro problema.
Un
residente ha minacciato azioni legali perché la sua casa comincia a presentare
crepe da vibrazione soprattutto per il passaggio di grossi mezzi sul dosso
adiacente alla sua abitazione. I residenti di via Alberto da Giussano sono
parzialmente soddisfatti perché attendono ora anche la rimozione dei dossi che
creano più problemi che soluzioni.
Tra un
intervento e l’altro, per facilitare e ottenere soluzioni concrete che
soddisfino le esigenze dei nostri concittadini, continuiamo la nostra azione di
controllo e segnalazione con decine di post sul nostro blog e con
interrogazioni n Consiglio comunale, per mettere in evidenza e far si che le
risorse Comunali vengano utilizzate sempre al meglio (c’è ancora qualcuno che
può accusarci di non essere propositivi?).
Da
qui solo in ordine di tempo la nostra interrogazione, alla quale la Giunta
dovrà’ dare risposta durante il prossimo Consiglio comunale, sulla ripartizione
dei costi della pista di ghiaccio che inizialmente dovevano essere a carico
delle casse comunali. Dopo un nostro articolo la giunta ha fatto marcia
indietro annunciando che le spese dell’energia elettrica sarebbero state
addebitate al proprietario della pista. Al prossima Consiglio comunale avremo
la verifica definitiva.
Noi
crediamo che sia questa la politica che piace alla gente: proporre e facilitare
soluzioni (anche se da una posizione di minoranza), controllare e mettere in
evidenza tutto ciò che può essere migliorato a beneficio di tutta la nostra comunità
. Su questo garantiamo altri quattro anni di nostro impegno.
08 luglio 2017
VOGLIAMO I CASCHI BLU
E’
sempre bene dare un’occhiata all’albo pretorio on-line del Comune, perché si
trovano informazioni interessanti.
La
determina n. 319 del 27 giugno 2017, ad esempio, mette nero su bianco che la
gara per affidare la gestione per i prossimi tre anni del Palazzetto - il
PalaRovagnati, per intenderci-, indetta lo scorso 9 maggio, è stata annullata.
In autotutela. La motivazione? Eccola:
“Rilevato che
successivamente alla presentazione di due domande di partecipazione al bando
sopra richiamato si è valutata la possibilità di avviare un procedimento in
autotutela per l’annullamento d’ufficio del medesimo avviso in ragione che da
una sua più attenta lettura, non verrebbero rispettate le garanzie minime di parità e imparzialità di trattamento, poste dal
diritto statale e dai principi del diritto comunitario vigenti”
Fuor di
burocratese, è come se fosse stata indetta la gara facendo un bando che
“favoriva” un concorrente rispetto all’altro? Sembrerebbe proprio di sì. In
altri termini, non sarebbe stata garantita la dovuta imparzialità, come se
l’estensore del bando (chi?) quel giorno avesse preso lucciole per lanterne, al
punto che il concorrente penalizzato avrebbe potuto impugnare l’atto davanti al
giudice. Con buone possibilità di successo. Tant’è che qualche giorno dopo
qualcuno (chi?) in municipio si è accorto di quel brutto pasticciaccio e ci ha
messo la classica pezza.
Può
capitare che si facciano degli errori, anche se ultimamente a Biassono avviene
con troppa frequenza. A volte si sbaglia, altre invece – ed è più grave -non si
rispettano le regole, addirittura quelle più ovvie e elementari. Un esempio?
Più di uno: la defenestrazione del consigliere Angela Galbiati, l'illegittimo consiglio comunale dello scorso maggio, la votazione sul
Masterplan prima di aver risposto alla legittima osservazione di un biassonese.
Ora
la gara per la gestione del PalaRovagnati è stata rifatta e c’è da incrociare
le dita perché stavolta non ci siano problemi. Rimane il fatto che, mentre in
Villa Verri si tutelano da soli, viene da chiedersi chi tutela noi, semplici
cittadini, dai nostri amministratori: i caschi blu dell’ONU?
04 luglio 2017
IL BUE CHE DA’ DEL CORNUTO ALL’ASINO

La
Lega accusa l’opposizione di imbrattare luoghi pubblici con scritte? Quando
abbiamo visto i manifesti riprodotti qui sopra, volevamo chiamare l’ambulanza
della Croce Bianca, ma poi visto che erano impegnati ad organizzare la due
giorni dello Street Food, abbiamo preferito desistere per non disturbare.
Il
capogruppo consigliare della Lega Nord aveva già postato su FaceBook la stessa
foto con un commento che attribuiva il fatto all’opposizione, cosa che aveva
destato meraviglia e stupore nei vari lettori, tant’è che se leggete i commenti
al post vedrete che non sono affatto lusinghieri con il leghista. Ci auguriamo
che l’imbecille che ha imbrattato i giochi dei bambini venga scoperto, punito e
obbligato a ripulire tutto immediatamente.
Ribadiamo
che come forza di opposizione, noi di Biassono Civica, condanniamo l’uso di
imbrattare le proprietà, sia pubbliche che private, per fare propaganda
politica, e ci auguriamo che i colpevoli siano scoperti e puniti secondo la
legge, e obbligati a ripulire tutto.
Detto
questo, ci siamo fatti un giro per la nostra cittadina scoprendo che decine e
decine di adesivi e scritte con simboli della lega, imbrattano muri, cartelli
segnaletici e stradali, cosa che il nostro “sapientino padano” evidentemente
non ha mai notato, ne portato all’attenzione della gente, ne su FaceBook, ne
tantomeno affiggendo manifesti di protesta; e ci è tornato alla mente il proverbio che dice:
“quando il bue da del cornuto all’asino”.
Noi
di Biassono Civica crediamo che il confronto politico vada fatto rispettando le
regole democratiche e civili, che alle critiche si debba rispondere con
argomenti e non con insulti e soprattutto che la buona educazione debba essere il
faro del nostro agire.
Questo
perché noi amiamo Biassono e non la vogliamo sporcata con scritte e adesivi.
03 luglio 2017
MENO MALE CHE C’E’ MATTEO
Meno
male che Matteo c’è. Chi, Renzi? Ma no, Salvini! Sì, perché senza il leader in felpa
verde, che dispensa il suo verbo quotidianamente da ogni canale televisivo,
sarebbe difficile capire la politica della Lega stando alle scelte dei suoi militanti
biassonesi. Che, sempre più spesso, sembrano andare in direzione diametralmente
opposta rispetto alle direttive del capo “nazionale”. Possibile? Eppure, a ben
vedere, è così.
Non
si sa con quanta consapevolezza ma i leghisti nostrani hanno ancora inculcata
in testa (i soli, forse, in tutt’Italia) la secessione. Un esempio? Presto
fatto. Non c’è dichiarazione di voto in consiglio comunale che non venga
preceduta dalla formula (quasi un cimelio del passato, ormai) “La Lega Nord per
l’indipendenza della Padania…”. Lo recitano il capogruppo del Carroccio, gli
assessori, i semplici consiglieri. E, non bastasse, lo recitano anche gli
indipendenti della Lega e, fenomeno esclusivamente biassonese, i diversamente
leghisti. Una parola d’ordine, insomma.
Tutto qui?
No, c’è dell’altro.
Nei
giorni scorsi è stata pubblicata sull’albo pretorio una delibera di giunta che
intitola una via del paese a Bobby Sands, l’attivista dell’IRA che si batteva
per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito, morto in carcere nel
1981, all’età di 27 anni, dopo un lungo sciopero della fame. Un secessionista,
insomma.
Verrebbe
da dire: “Ma Salvini lo sa?”.
Perché
tutta questa propensione per l’indipendenza non sembra proprio in sintonia con
la visione politica del leader del Carroccio. Quante volte – e sono tante, dal
momento che spara dichiarazioni a raffica, manco fosse un kalashnikov, ogni
santo giorno che Dio porta in terra – lo sì è sentito parlare di indipendenza
della Padania? Mai.
E
ci sta, dal momento che ha messo in soffitta la secessione del Nord di bossiana
memoria per un “Carroccio italico”, con la capitale ben impiantata in quella
che fu Roma ladrona. E la divisione dell’Italia in tre macroaree come
teorizzava decenni fa l’ideologo (presto dimenticato) Gianfranco Miglio? Un
retaggio del passato da relegare in soffitta. Anche perché risulterebbe
difficile al “Matteo verde” spiegare ai suo referente politico, l’ex (?)
comunista Putin, che l’anelito alla libertà dei popoli va salvaguardato sempre
e comunque, senza che il pensiero corra alla Crimea o alla Cecenia.
Nella
Lega l’hanno capito tutti, ma chi glielo spiega a quelli di Biassono?
Meno
male che c’è Matteo.
29 giugno 2017
COLOMBARI “IN CORSO D’OPERA”?
I
colombari sono quelli a sinistra del campo “O”. Per capirci, quelli che stanno
in fondo al cimitero, a ridosso del muro di cinta che divide il camposanto
dall’area dell’impresa Cozzaglio. Lì, da anni (qualcuno, meglio informato, dice
addirittura da più di quattro) il cornicione del tetto è sostenuto da puntelli
in ferro e delimitato da una staccionata in legno, sulla quale è fissata una
rete di plastica.
Il
motivo? Non si sa.
L’impressione
è di un intervento “in corso d’opera”, come abbiamo ormai imparato a farci il
callo con le opere pubbliche di Biassono. In altri termini, un cantiere ancora
aperto. Di nuovo, come mai? Boh! Chi sa tace e, soprattutto, non fa niente per
risolvere il problema. Gli altri possono soltanto formulare delle ipotesi.
Quali?
Si
può cominciare dal ritenere che il cornicione del tetto sia pericolante e
proseguire con la meno seria, ma non del tutto improbabile, possibilità che si
siano dimenticati di togliere puntelli e rete di plastica a lavori ultimati. O,
a voler essere malevoli, insinuare che il Comune non abbia pagato la ditta
costruttrice che, per ritorsione, si rifiuta di sgombrare il cantiere. O,
infine, che davvero per i nostri amministratori l’intervento è “in corso
d’opera” e che quindi ci vorrà del tempo (quanti anni ancora?). Ma, appunto, a
voler essere malevoli.
Comunque
sia, non è proprio un bel vedere. Soprattutto per chi i loculi di quei
colombari li ha pagati. E che ogni settimana deve districarsi tra puntelli,
staccionata e recinzione per portare un mazzo di fiori ai propri cari. Che, sia
detto senza ironia, non si possono, certo, lamentare ma non per questo non
meritano da parte di tutti un po’ di rispetto.
25 giugno 2017
SCUOLA.…CHE AFA CHE FA!
“Anto’,
fa caldo” replicava un’avvenente signora, protagonista di una famosa pubblicità
di thè freddo, al marito che tentava l’approccio in una caliente notte
d’estate. Speriamo che la stessa risposta non venga data alla scuola di
Biassono, in questi giorni di temperature bollenti, dalla Giunta comunale che
dovrà deliberare a breve la cifra da destinare al diritto allo studio per il
prossimo anno scolastico.
Eh, sì.
L’insistente richiesta di un maggior investimento di risorse finanziarie nel
settore istruzione ha sempre sortito negli ambienti leghisti una reazione
simile a quella della moglie di Antò: non mi scocciare che fa caldo, l’anno
scolastico è terminato e di soldi per la scuola ce ne sono assai pochi.
In
fondo, potrebbero controbattere i nostri amici leghisti, quattro denari per
l’istruzione, loro li hanno sempre trovati. Per l’anno scolastico appena
terminato, sono stati stanziati ben (!) 24.000 euro – di cui, in realtà, solo
20.000 destinati ai progetti per gli studenti e 4000 euro alla pulizia dei tre
plessi scolastici.
Ma,
se consideriamo che gli studenti dell’Istituto di Biassono sono più di 700,
basta fare due facili conti per capire che la pomposa cifra di 20.000 euro, che
l’assessorato all’ istruzione si vanta di regalare alla scuola, se spalmati sul
numero di studenti, dà la modica cifra di 30 euro pro capite. E con questa
sorta di paghetta ogni studente deve sopravvivere per un intero anno scolastico,
contribuendo al pagamento dei progetti di motoria, di lingue, di musica,
eccetera.
E
meno male che alla strumentazione tecnologica hanno pensato la buonanima di
Caprotti, con il concorso Amici di scuola, e l’Associazione genitori che, con
il denaro raccolto durante le varie edizioni della festa di fine anno, ha
acquistato lim, proiettori, portatili per gli studenti. Diversamente, se
avessimo aspettato la magnanimità della giunta leghista, il comprensivo
biassonese sarebbe, da un punto di vista tecnologico, al livello di una scuola del
terzo mondo. Fortuna che consiglieri e assessori del Carroccio guardano sempre
al nord…
Eppure,
qualche soldino l’assessorato all’ istruzione dovrebbe pure averlo messo da
parte con il taglio del comodato d’uso dei libri di testo, l’aumento della
tariffa dello scuolabus e il denaro avanzato dall’ assegnazione delle borse di
studio.
Perciò,
cari amici leghisti, aprite il cordone della borsa, non abbiate paura di
investire sulla scuola e sul futuro dei cittadini più giovani e non cedete alla
tentazione di rispondere alla scuola “Anto’, fa caldo”.
Soprattutto
in una Biassono in cui non mancano soldi per l’area cani, per l’asfaltatura di
aree decentrate e utilizzate dai cittadini non più di una volta all’ anno, e per
l’ottava meraviglia del mondo: villa Bossi.
21 giugno 2017
VIA MACALLE’, SOLO PAROLE IN LIBERTA’
Oggi è il 21 giugno, la primavera è finita ieri ma in via Macallè
ancora non è successo nulla. Eppure qualche promessa c’era stata. E pubblica
anche.
I fatti. Nell’ottobre del 2015 i residenti di via Macallè raccoglievano
decine di firme per chiedere l’inversione del senso di marcia per motivi di
sicurezza. Passato un anno, visto che nulla era successo si sono rivolti al
consigliere Giordano Arosio di Biassono Civica, che presentava
un’interrogazione in consiglio comunale.
Il neo-assessore e vicesindaco Anghileri diceva di non essere al
corrente della richiesta e della raccolta delle firme, ma esprimeva parere
favorevole. Anzi, si spingeva addirittura più in là e dichiarava pubblicamente
(è agli atti) che i lavori sarebbero partiti in primavera, quando le condizioni
meteo consentono di tracciare senza problemi la nuova segnaletica orizzontale.
Una volta ultimato l’intervento – ha spiegato ancora Anghileri - l’ingresso in
via Macallé da via Cesana e Villa sarà ancora consentito per chi accede al
parcheggio di Banca Intesa e del supermercato Eurospin. Di più, l’ingresso al
parcheggio sarà ampliato (dopo aver sentito i proprietari dell’area) per
consentire una miglior circolazione delle auto in entrata e in uscita. Verrà,
invece, cambiato il senso di marcia nel resto di via Macallé (accessibile
soltanto da via Colombo) e istituito il limite di velocità di 30 Km all’ora per
rendere più sicura la strada per chi ci abita.
Noi avevamo dato pubblicità alla cosa perché ci sembrava un
bell’esempio di collaborazione tra maggioranza ed opposizione (leggi). E forti della
promessa del vicesindaco ci aspettavamo che la giunta leghista tenesse fede
alla promessa fatta. Illusi.
Nelle scorse settimane il consigliere Giordano Arosio ha chiesto spiegazioni
del ritardo e sollecitato i lavori all’assessore Anghileri e al
sindaco-borgomastro. Risposte? Nessuna.
La primavera ormai è passata e il senso di marcia della strada è
ancora quello di sempre. Sorpresi? Arrabbiati? In via Macallè un po’ lo sono.
Anche se la speranza che durante l’estate la giunta si svegli e cominci i
lavori in cuor loro non l’hanno del tutto accantonata.
Non tutti però. Qualcuno, più scettico degli altri, non ci ha
creduto prima del 21 giugno e ci crede ancora meno dopo il 21 giugno.
Anzi, sostiene che gli ronza nelle orecchie una vecchia canzone cantata
da Mina. Il titolo? Parole, parole, parole. E gli viene il magone.
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