INCONTRI


22 dicembre 2017

15 dicembre 2017

SEMM ANCA MO’ AL CAMP DI CENT PERTICH


Finita non è finita. E ci vorrà, ad essere ottimisti, ancora un bel po’ di mesi prima che lo sia. In ogni caso, si sa già cosa Villa Bossi non sarà: un polo culturale imperniato sulla biblioteca civica, che possa rappresentare un punto di riferimento prestigioso per i biassonesi e per gli abitanti dei Comuni vicini.

La proposta, lanciata da Biassono Civica nell’ultimo consiglio comunale, è stata bocciata dall’assessore alla Cultura, Paola Gregato. Il motivo? Semplice. Villa Bossi è costata talmente tanto (più di 3 milioni di euro, quasi sei miliardi delle vecchie lire) e costerà talmente tanto in futuro (si vocifera di 20 mila euro all’anno, meno, comunque, di quanto spende il Comune in cause legali) che la giunta è intenzionata a fare cassa. Come? Cedendone una parte (l’ala est sarà riservata alla biblioteca del Museo) a privati che possano farsi carico dei costi. Quali privati? Bella domanda.

L’assessore Gregato ha spiegato che sono alla ricerca di qualche associazione (culturale? di categoria? un pool di professionisti?)che possa permettersi il lusso di mettere mano ogni anno al portafoglio per le spese ordinarie e per la manutenzione. Insomma, siamo al punto di partenza. Tante buone intenzioni, nessuna idea concreta.

All’inizio, lo ricordiamo tutti, la giunta leghista voleva farne un luogo di aggregazione ed ospitare le molte associazioni presenti in paese. Poi hanno pensato di darne una parte al Museo per nuove sale espositive e una parte da usare come incubatore di realtà imprenditoriali giovanili e farne uno spazio di co-working in collaborazione con la Provincia di Monza e Brianza. Tutto finito nel nulla, come i due bandi promossi dal Comune per la sua gestione. E adesso? 

Ci riprovano. Malgrado sia la stessa giunta leghista ad ammettere nel Documento Unico di Programmazione che l’attuale sede della biblioteca “non permette la crescita delle collezioni e limita le iniziative se non altro dal punto di vista numerico dei partecipanti”.

I nostri regiù, padani e non, guardando Villa Bossi, alzerebbero gli occhi al cielo e direbbero: “Sem anca mò al camp di cent pertich”. Avrebbero torto?

12 dicembre 2017

STUDIATE, CAPRE!


Il TUEL (testo unico degli enti locali) spiega che se si vogliono fare modifiche al bilancio di previsione degli enti locali, tipo il Comune di Biassono, dopo il 30 novembre bisogna avere l’approvazione del revisore dei conti. Questa è la legge.

E’ cosi che nell’ultimo consiglio comunale, alla richiesta di spiegazioni scritte e motivate delle variazioni proposte dalla giunta leghista, il presidente dell’aula, l’architetto Mauro Rossi, e l’assessore al Bilancio Piero Malegori, gonfiandosi il petto, rispondevano al consigliere Alberto Caspani, con una certa supponenza che “è tutto a posto, abbiamo l’approvazione del revisore dei conti!”.
Peccato che nessuno avesse veramente dato un’occhiata ai conti, a parte la consigliera Stefania Canzi di Biassono Civica, che le variazioni al bilancio le ha spulciate una per una e ha trovato un errore. Guarda caso nei conti di chi i conti avrebbe dovuto controllarli: il revisore.

Imbarazzo tra assessori e consiglieri della Lega. Che, chi a penna e chi con la calcolatrice del cellulare, hanno cominciato a far somme e sottrazioni nel silenzio generale, con l’assessore al Bilancio e il presidente del consiglio che sostenevano a spada tratta la correttezza dei dati presentati.
Dopo un’interruzione di 15 minuti del consiglio tra lo sconcerto dei pochi presenti in aula, la smentita dalla viva voce del segretario comunale, dottor Francesco Miatello: “la consigliera Canzi ha ragione”. E il petto del presidente del consiglio e dell’assessore al Bilancio si è sgonfiato come un palloncino bucato.

Ci aspettiamo ora che l’assessore alla Cultura, la dottoressa Paola Gregato, che sulla sua pagina facebook ha accusato chi ha preso parte alla manifestazione antifascista di sabato 9 dicembre a Como di sottrarre tempo prezioso allo studio, rivolga la stessa esortazione ai suoi compagni di partito: “Studiate, Capre!”.


06 dicembre 2017

CHIAMATE STAFFELLI


Dalle stalle alle stelle: Striscia la notizia porta bene alla Protezione civile. Dopo la contestata vicenda del parcheggio a pagamento in occasione degli Open di golf al Parco di Monza, la giunta leghista ha deciso di premiare l’impegno dei volontari biassonesi. Se finora il Comune ha infatti concesso alla Protezione civile un “misero” (parole loro) contributo di 3.500 euro all’anno, dal 2018 lo stanziamento aumenterà di quasi il 700 percento, toccando quota 21.000 euro. All’anno. Cifra che verrà riconfermata anche nel biennio 2019-2020. Mica bruscolini, se si considera che fanno 63.000 euro in tre anni.

Il motivo dell’improvviso cambio di rotta? E’ scritto nel Documento Unico di Programmazione (DUP), in discussione lunedì 11 dicembre in consiglio comunale: “L’Amministrazione comunale anche per il triennio 2018-2020 intende avvalersi dell’organizzazione denominata “Associazione Volontari Protezione Civile Biassono” con sede in Biassono via Regina Margherita 7 al fine di gestire tutte le attività che perseguono finalità volte alla salvaguardia degli abitanti, all’integrità dei beni pubblici e privati, degli insediamenti e dell’ambiente, dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi coniugando l’impiego degli uffici e del personale comunale con quello del volontariato. A tal fine nel corso dell’anno 2018 verrà approvata una nuova convenzione che regolamenterà tutti gli aspetti operativi e finanziari delle attività effettuate dall’Associazione”.

Un bel colpo! Soprattutto alla luce dei rapporti tutt’altro che idilliaci che la Protezione civile ha avuto negli ultimi anni con le giunte leghiste. Ma in politica cambiare opinione non è reato. E i soldi, come dicevano i latini, non puzzano.
Ora che l’idillio è tornato (e non possiamo che esserne contenti), andrebbe suggellato con un bel Tapiro. Magari d’oro.
Staffeeelliiii!

30 novembre 2017

INTERROGAZIONE



Biassono Civica ha presentato un’interrogazione per sollecitare l’Amministrazione a trovare uno spazio adeguato che permetta il proseguimento di tutte le iniziative rivolte ai più piccoli, quali la lettura rivolta ai bimbi dai 3 ai 6 anni( C’era una voce) e la festa ai nuovi nati.

La risposta nel prossimo consiglio comunale. 


25 novembre 2017

STIL NOVO PADANO


Stranezze in salsa padana. Il problema si era già presentato durante l‘ultimo consiglio comunale quando, per emendare un testo incomprensibile e non volendo far propri i suggerimenti delle minoranze, la Lega ha approvato un testo contradditorio. A detta anche di un paio di consiglieri leghisti o simil-leghisti.
Il dubbio che in Villa Verri venga usata una nuova lingua, ai più sconosciuta, sembra ormai assodato.

I fatti. Nel bando del concorso pubblicato all’albo pretorio on line per l’assunzione di 2 impiegati amministrativi per i Servizi sociali e la Gestione del territorio all’articolo 2 leggiamo testualmente:
“REQUISITI PER L’AMMISSIONE AL CONCORSO
Per essere ammessi al concorso è necessario che i candidati siano in possesso dei seguenti requisiti: essere in possesso della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi appartenenti all’Unione Europea.
Senza ulteriori indicazioni di nazionalità diverse.

L’articolo 6, invece, recita:
“DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLA DOMANDA
Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione:
copia del permesso di soggiorno e copia della documentazione attestante il grado di parentela con un cittadino comunitario, OPPURE copia del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, OPPURE copia della documentazione attestante lo status di rifugiato o lo status di protezione sussidiaria (solo per i cittadini extracomunitari);”

Potremmo anche sbagliarci ma gli articoli 2 e 6 sono in palese contraddizione l’uno con l’altro: il 2 ammette al concorso soltanto i cittadini comunitari, mentre per il 6 vanno bene anche gli extracomunitari. Un guazzabuglio per chiunque, non per i nostri amministratori e chi dovrebbe consigliarli.

A questo punto riteniamo sia necessaria e urgente l’introduzione di un vocabolario Italiano/Leghista e Leghista/Italiano per permettere ai cittadini normodotati la lettura sia dei testi che escono dal consiglio comunale, che di quelli prodotti dagli uffici. Probabilmente, loro malgrado, dopo anni di “convivenza e linguaggio dei  lumbard non è facile neppure per i dipendenti tenere la barra dritta. C’è il sospetto che, anziché sciacquare i panni in Arno, come suggeriva il buon Manzoni, in Comune abbiano cominciato – mal consigliati - a farlo nel Lambro. Che, si sa, non è certo il fiume più pulito d’Italia.



23 novembre 2017

GIANCARLO CARRER “SGURBAT D’OR” 2017?


Cari colleghi Amministratori,
volevo rendervi partecipi delle motivazioni per le quali Giancarlo Carrer, presidente onorario della Croce Bianca di Biassono, è il candidato ideale per essere insignito del riconoscimento “Sgurbat d’or” 2017.
Un po’ di storia.
La Croce Bianca di Milano fu fondata nel 1902 da don Luigi Bignami che con i ragazzi del suo oratorio rilevò’ il bisogno di dare soccorso alle persone che in strada o nelle abitazioni della zona avessero bisogno ,il più presto possibile, di essere trasportate nel più vicino ospedale . Tutt’ora di ispirazione cattolica, venne chiamata Croce Bianca per completare, insieme alla Croce Rossa e alla Croce Verde, i colori della nostra bandiera nazionale.
Col tempo la Croce Bianca di Milano si sviluppò in tutta la provincia. 

Su iniziativa del consigliere comunale di Biassono, dottor Alberto Bianchi,nel 1977 l’allora amministrazione di Biassono, con il sindaco Vincenzo Belloni, si mise d’accordo con il Consiglio direttivo della Croce Bianca della Brianza, con sede a Besana Brianza, per dare vita alla Croce Bianca delegazione di Biassono. Lo scopo era quello di garantire ai biassonesi un tempestivo intervento di soccorso e trasporto negli ospedali della zona.
Il presidente della Croce Bianca della Brianza di allora, Luciano Corbetta , venne nel 1977 a Biassono per incontrare le persone dei due maggiori gruppi e tenne delle riunioni di presentazione dell’iniziativa con le giovani e i giovani degli oratori e con gli aderenti al Club Apino Italiano, che aveva la propria sede all’oratorio maschile. Cito alcune persone del C.A.I. di Biassono che aderirono alla proposta : i compianti Antonio Riboldi , Luigi Riboldi(Bigetto), Silvano Crippa. Inoltre Luigi Recalcati e Felice Colombo (Boni). Dell’oratorio, il sottoscritto, le due Marielle (come le chiamavamo fin da quei tempi perché inseparabili amiche: Mariella pasticciera e Mariella Sangiorgio), Sito (Fra Silvestro), Angela Galbiati e altri.

Tantissimi biassonesi hanno fatto esperienza di volontariato in Croce Bianca dal 1977 ad oggi, tra i quali il compianto Alberto Panzeri, che è stato anche il presidente, Fiorenzo Saini, attuale presidente del Corpo musicale biassonese, Alberto Citterio (Citti), l’allora studente di medicina Maurizio Pedrazzini, lo “Sgurbat d’or” Maria Grazia Crippa e, ancora tra centinaia di altri, l’instancabile aiuto sacrestano Carlo Motta, che fu anche il primo biassonese a diventare responsabile della delegazione di Biassono.

La prima sede di via Verri disponeva di un solo locale e si faceva servizio solo nel fine settimana. Si è iniziato nel 1977, subito dopo la conclusione del primo corso di pronto soccorso a Biassono, la cui partecipazione era obbligatoria per diventare volontari della Croce Bianca. I volontari, appena usciti dal corso, non erano ancora effettivi, lo sarebbero diventati solo dopo 6 mesi di volontariato. Pertanto, per creare gli equipaggi per il servizio di pronto intervento con autoambulanza ci poteva essere per ogni equipaggio un solo “neocrocebianchino” di Biassono, supportato da altri 2 volontari effettivi, provenienti dalle delegazioni della Croce Bianca della Brianza. Tra gli effettivi c’era il giovane Giancarlo Carrer, residente a Seregno e già da 5 anni volontario della Croce Bianca di Giussano.
Anche le autoambulanze utilizzate nei primi mesi furono quelle delle altre delegazioni della Brianza, fino a quando nel 1978 arrivò una nuova ambulanza, donata dalla ditta Boldrocchi di Biassono, in memoria dell’ingegner. Luigi Boldrocchi. Era la Mitica Fiat 238, la numero 35 tra le autoambulanze della Brianza.

La prima sede della Croce Bianca di Biassono, in pieno centro storico, era un punto d’incontro tra i volontari e i cittadini di Biassono. Le donne anziane, a volte, passando, chiedevano di farsi provare la pressione; oppure, donne e uomini, si fermavano a scambiare quattro chiacchiere con noi volontari, seduti nei mesi più caldi, con addosso il nostro bel camice bianco, fuori dal locale della sede. Mi piace ricordare con simpatia e affetto il papà del Cornelio Saini che spesso passava di lì in bicicletta, con gli zoccoli ai piedi, e che senza fermarsi ci gridava con un leggero sorriso sulle labbra: “Sempre pronti e mai richiesti!”.
Giancarlo Carrer continuò ad aiutare e ad essere vicino ai volontari della Croce Bianca di Biassono. In particolare, a una di loro era molto vicino… D’altronde, tra i biassonesi ma, forse, soprattutto tra le biassonesi, circolava la voce che la Croce Bianca era, dopo CL, la seconda “Agenzia Matrimoniale” di Biassono. Fu così che Giancarlo Carrer sposò la biassonese Angela Galbiati e si trasferì a Biassono.

Da allora fino ad oggi, non dico una bugia nell’affermare che non ci sia stato giorno o non ci sia giorno che Giancarlo non passasse e non passi dalla sede della Croce Bianca d Biassono. Così come non ci sia stata o non ci sia iniziativa della Croce Bianca di Biassono alla quale Giancarlo non abbia collaborato. A Biassono ha ricoperto per molti anni la carica di Comandante ( responsabile operativo dei volontari) e vari incarichi come membro del Consiglio direttivo. E’ anche grazie a lui e al compianto Alberto Panzeri, molto stimati a livello di Consiglio Generale della Croce Bianca di Milano, se la delegazione di Biassono è diventata sezione autonoma della Croce Bianca Milano.
Commovente la consegna, avvenuta quest’estate a Costa Alta durante i festeggiamenti per i 40 anni della Croce Bianca di Biassono, del verbale del locale Consiglio direttivo, nel quale si è nominato, a sua insaputa, Giancarlo Carrer presidente onorario della Croce Bianca Sezione di Biassono.

Giancarlo è sempre stato sensibile e attento osservatore di tutto ciò che si muove nel nostro paese. Spesso lo si vede tra i non molti, purtroppo, presenti tra il pubblico al consiglio comunale. E’ stato anche, nominato dalla Democrazia Cristiana, negli anni Novanta, membro della commissione “socio sanitaria”, ahime’ dico io, essendone stato il presidente, durante la giunta del compianto sindaco Peppino Villa. Anche in quell’occasione, io, l’assessore di allora Gianni Rovagnati e molti altri hanno potuto apprezzare l’impegno e la dedizione di Giancarlo nel collaborare a migliorare e ottimizzare i servizi per i nostri concittadini.
Giancarlo da sempre è anche molto attento a ciò che si “muove” fuori dal nostro paese: E’ stato volontario al recente Expò di Milano ed attualmente fa servizio di accoglienza e controllo, sempre come volontario, alla Reggia di Monza (o, come la chiamiamo noi, non più giovani, Villa Reale) durante gli orari di apertura al pubblico.

Giordano Arosio

18 novembre 2017

SCHERZETTO PADANO


Hanno preparato quattro determinazioni, bandito un concorso, verificato la copertura finanziaria per il neoassunto, confermato che i soldi c’erano, letto la documentazione di 142 candidati, nominato una commissione che ne ha scartati 5, noleggiato 150 poltroncine con scrittoio (1300 euro) per i 137 rimasti in corsa, fatto una prima selezione, preparato le domande per la prova scritta e per quella orale, corretto gli elaborati, interrogato i promossi, stilato i verbali, redatto la graduatoria finale con 8 candidati idonei.
Un lavoro estenuante. E inutile.

Sì, perché dopo la lunga e costosa trafila burocratica l’amministrazione comunale si è accorta che per l’assunzione dell’Istruttore amministrativo categoria C per l’ufficio Patrimonio, Sport, Cultura e Tempo libero non ci sono i soldi. Possibile? Possibile. Parola del sindaco-borgomastro Luciano Casiraghi, che l’ha dichiarato con la solita nonchalance in risposta all’interrogazione presentata in Consiglio comunale da Biassono Civica: “Non abbiamo ancora approvato il bilancio consolidato e quindi per l’assunzione del nuovo dipendente non c’è la prevista copertura finanziaria”. Uno scherzo? Macché, tutto vero.

Vero per vero, il borgomastro ha detto anche altro. Che, ad esempio, la prima in graduatoria, tale Buzzi, ha rinunciato all’incarico e che il secondo classificato di cognome fa Alfano. Fatto sta che per ovviare al pasticcio dell’assunzione “congelata” si è deciso di spostare fino al 31 dicembre due dipendenti già in forza in Comune: 9 ore alla settimana ciascuno e l’ufficio Patrimonio ha risolto il problema della carenza di personale. Poi si vedrà.

Domanda: non si poteva pensarci prima, senza spendere tempo e quattrini? Altra domanda: se al momento del bando la copertura finanziaria c’era, come fa a non esserci più al momento dell’assunzione? I casi sono due: si è detta una “bugia” (l’eufemismo è voluto) prima o la so dice adesso. A meno che non c’entrerà per caso l’Alfano, un cognome, come dire, non proprio padano. Chiederlo ai nostri amministratori? Tempo perso, sappiamo già la risposta: “A Biassono? Ma quando mai!”.


16 novembre 2017

FARE&DISFARE


Avevamo ragione. Il concorso per 2 posti di Istruttore amministrativo categoria C era irregolare. E infatti, dopo la presentazione della nostra interrogazione (in discussione giovedì 16 novembre in Consiglio comunale) che muoveva forti perplessità sulla conformità del bando, in Villa Verri hanno deciso di correre ai ripari. Revocandolo. Il tutto senza avere, noi gufi e rosiconi dell’opposizione, alle spalle chissà quanti anni spesi sui testi di giurisprudenza ma soltanto una briciola di buona volontà e l’accortezza di digitare i tasti giusti su internet. Come dire, poteva arrivarci chiunque.

Bastava poco per rendersi conto, come abbiamo sottolineato nell’interrogazione, che nel bando mancavano le motivazioni (obbligatorie per legge) per cui si decideva di indire un nuovo concorso quando esiste già una graduatoria per la stessa qualifica professionale. Graduatoria messa a punto dopo che lo scorso maggio era stato bandito un concorso per Istruttore amministrativo categoria C da destinare al settore Patrimonio, Sport e Cultura, al quale erano risultati idonei 8 candidati su 137.

Per fortuna, è notizia di questi giorni che i dipendenti del Comune di Biassono risultano essere tra i più virtuosi a livello nazionale per il basso numero di permessi retribuiti usufruiti. Chi frequenta Villa Verri non ha dubbi in proposito. E meno male. Perché lo stakanovismo dei dipendenti compensa almeno le “magre” figure fatte da chi dovrebbe controllare tutti gli atti prima che questi diventino esecutivi.

Nel suo ormai conclamato pressapochismo, disperiamo che la giunta sappia dare indicazioni precise per mettere fine a questo continuo fare&disfare, con perdite di tempo e, soprattutto, di soldi pubblici.
La conferma? Ritirato un bando, ce n’è già pronto un altro. Sì, ancora quello per 2 posti di Istruttore amministrativo categoria C.


     

13 novembre 2017

IL SINGHIOZZO DEI VIGILI OMBRA


Alla fiera di San Martino c’erano proprio tutti: il sindaco con giacca country, fascia tricolore e moglie al seguito, il vice un po’ più defilato, il segretario comunale con l’immancabile macchina fotografica, il presidente del consiglio e gli impiegati del municipio al gazebo del Comune e sparsi tra la folla.

Mancavano soltanto loro. Dei cinque agenti e sottufficiali (più il dirigente “a singhiozzo”) in forza al comando della Polizia locale non c’era neppure l’ombra. Malati? In ferie? A riposo? In sciopero? Boh, mistero.

Eppure, domenica, di qualche vigile ci sarebbe stato bisogno, con migliaia di donne, uomini e bambini che facevano la spola tra piazza Italia e Villa Verri. E, invece, manco un agente a presidiare la provinciale, trafficata come sempre, e a garantire un minimo di sicurezza ai biassonesi. Perché?

Chiedere conto ai nostri amministratori è inutile. “Sapete soltanto criticare”, è la litania dietro cui si trincerano sempre. E hanno ragione. Avremmo dovuto, per i vigili come per altre cose che non vanno, chiudere gli occhi e far finta di niente. In fondo, ripetono ogni volta con la consueta sicumera sindaco e assessori, non viviamo nel borgo meglio amministrato della Brianza?
E allora, cosa volete?


07 novembre 2017

LA STRISCIA CHE NON FA NOTIZIA


C’è Striscia e striscia. A Biassono quelle pedonali non solo non fanno notizia ma giacciono scolorite e dimenticate anche da parte di chi dovrebbe rinfrescarne di tanto in tanto la “memoria”. In fondo basta poco: un po’ di vernice bianca e qualche briciola d’attenzione per la sicurezza dei biassonesi. E’ chiedere troppo? L’assessore ai Lavori Pubblici che Biassono Civica ha interpellato qualche settimana fa se l’è cavata con un laconico “ alcune strade le dobbiamo riasfaltare”. Quando? Non l’ha detto. Nel frattempo, occhio alla striscia. Quella che forse c’è ma non si vede.





01 novembre 2017

AL BANDO LE SEDIE O IL CONCORSO?


Partiamo dai fatti. Lo scorso aprile il Comune ha bandito un concorso per un posto di Istruttore amministrativo, categoria C1. Si sono presentati in 137, tanto che è stato necessario andare fino a Pontoglio, Brescia, per noleggiare 150 sedie (costo 1372,50 euro) e tenere la preselezione al palazzetto dello sport di via Parco. Fatti scritti e orali, 9 candidati sono risultati idonei e con la determinazione n. 449 del 26 settembre 2017 sono stati approvati i verbali e la graduatoria finale. Ora, il Comune ha deciso di bandire un nuovo concorso per altri due posti. Con che qualifica?
Istruttore amministrativo, categoria C1. Sì, la stessa del precedente concorso.
Qualche domande viene da sé. Ci limitiamo a tre per non farla troppo lunga.

1. Perché si è deciso di fare un nuovo concorso quando la determinazione n. 449 dice espressamente che la graduatoria di quello appena concluso può essere utilizzata per tre anni per altre assunzione nella stessa categoria professionale?

2. IL decreto n. 165 del 2001, meglio noto come legge Brunetta, all’articolo 35 afferma che, prima di avviare una procedura concorsuale, è necessario esaurire le proprie graduatorie degli idonei. Quanto sostengono anche il Decreto n. 90 del 2014, l’ordinanza del Consiglio di Stato in seduta plenaria n. 14/2011 e il Decreto legislativo n. 267/2000, all’articolo 91. A Biassono non valgono le norme dello Stato italiano?

3. Gli organi di controllo interni a Villa Verri cosa dicono? Le normative, quelle statali, sono rispettate alla lettera? O si fa, non sarebbe la prima volta, come meglio si crede?

Con tutta la buona fede, qualche dubbio (più di uno, ad essere sinceri) che non tutto sia fatto a regola d’arte c’è. Per ora l’unica cosa certa è il noleggio delle sedie. Se, a dispetto di quel che dice la legge, il concorso si farà, dovremmo mettere mano di nuovo al portafoglio e tornare, magari a Pontoglio, per ordinare le poltroncine con bracciolo e tavoletta-scrittoio.

Poco male, per chi comanda in Villa Verri le mani bucate le ha sempre Roma, mica Biassono.


27 ottobre 2017

IL COMUNE NON DA’ I SOLDI? COLPA DI BIASSONO CIVICA



Antonio Marinelli ce l’ha con Biassono Civica. La nostra colpa? Aver dichiarato che nella vicenda del parcheggio che la Protezione civile di Biassono ha gestito a San Giorgio in occasione degli Open di golf al Parco di Monza (12.000 euro raccolti) l’Amministrazione comunale ha agito con “pressapochismo”. Marinelli, che della Protezione civile locale è l’anima, non l’ha presa bene e in una lettera alla stampa sostiene che “Biassono Civica ha alzato la voce con attacchi politici assurdi contro il sindaco tacendo invece su come poter aiutare la Protezione civile, anzi definendo la nostra azione una leggerezza… Invece di trovare soluzioni anche dai banchi del Consiglio comunale si fa demagogia: Biassono Civica la Protezione civile l’ha incontrata e ascoltata solo in campagna elettorale”.Testo lettera
Sulla vicenda, per cui si è mosso anche Valerio Staffelli con la troupe di Striscia la notizia e ne hanno dato notizia anche il Corriere della Sera, è necessaria qualche precisazione.

1. “Non c’è nessuna volontà politica da parte di Biassono Civica di colpevolizzare i volontari della Protezione civile che, magari con leggerezza ma in buona fede, fanno del loro meglio per garantire l’operatività della loro associazione”. Il riconoscimento dell’impegno dei volontari della Protezione civile di Biassono (peraltro già dichiarato ai giornali nei giorni scorsi) lo rinnoviamo, malgrado l’attacco gratuito del suo “leader”.

2. Ci dispiace che Marinelli se ne risenta ma leggerezza da parte della Protezione civile e pressapochismo da parte dell’Amministrazione comunale ci sono stati. Eccome. Con la circolare prot. DPC/CG/0018461 del 10/03/09 (pubblicata in G.U. n. 87 del 15/04/09) il Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale ha infatti ricordato che è vietato alle Associazioni di Protezione Civile lo svolgimento di attività diverse da quelle “volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi”. Questo dovrebbero saperlo in Comune e alla Protezione civile. E, forse, si spiegherebbero, Comune e Protezione civile, il motivo per cui qualcuno (non Biassono Civica) ha sollevato il caso in diverse sedi istituzionali e chiamato Striscia la notizia).


3. Sì, in campagna elettorale abbiamo incontrato (siamo, forse, stati gli unici) buona parte delle associazioni di Biassono, tra cui anche la Protezione civile. E Marinelli, presente all’incontro, ci ha anche spiegato le difficoltà economiche della sua associazione, situazione peraltro analoga a quella di molte altre associazioni di Biassono. Da allora, però, più niente. Forse Marinelli si aspettava che fossimo noi a contattarlo di nuovo? Lui, di certo, non si è più fatto vivo. Adesso ci rimprovera di non aver mosso un dito per la Protezione civile. Cosa dovevamo fare? Forse Marinelli non s’è accorto che in Comune la “borsa” la gestisce la maggioranza leghista. E dovrebbe anche sapere che fine fanno le tante proposte delle minoranze, dal momento che è stato per anni consigliere d’opposizione. Accusare, quindi, Biassono Civica di non aver portato in Consiglio comunale la questione delle poche risorse che la giunta leghista destina alla Protezione civile (3.500 euro all’anno) suona, questo sì, demagogico.

21 settembre 2017

PERLE DAL BORGO

IL GRANDE PENNELLO

“DIETRO UN GRANDE PARROCO C’E’ UN GRANDE SINDACO”
(dal discorso del sindaco-borgomastro Luciano Casiraghi, durante il saluto di domenica 17 settembre al parroco don Giuseppe Galbusera)



11 settembre 2017

BIASSONO CIVICA E LEGAMBIENTE DICONO NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DI BIASSONO


Depositato oggi un nuovo ricorso al Tar contro il ‘masterplan’ ratificato dalla maggioranza leghista del Consiglio Comunale, che mette a rischio 307.000 metri quadrati di verde. 

No alla cementificazione dell’ultima area verde rimasta a Biassono. Sembra una battaglia sulla corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali quella che si va profilando al TAR Lombardia, che oggi ha ricevuto, a firma degli avvocati Emanuela Beacco e Michele Memola, un nuovo ricorso contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Biassono. Il PGT del comune è stato approvato nel 2012 ma già allora, a seguito di segnalazione di cittadini e di una lista d’opposizione, era stato impugnato con un ricorso tutt’ora pendente, anche allora a firma di Legambiente. La vicenda urbanistica si è però, prima dell’estate, arricchita di un nuovo atto, approvato dal Consiglio Comunale, con voto contrario delle opposizioni. Una delibera che dà l’assenso – con procedura atipica e palesemente illegittima, ma gravida di pericolose conseguenze – alla proposta dell’operatore privato di attuare il piano con un progetto riguardante l’area di trasformazione urbanistica AT1, la più estesa tra quelle previste dal PGT. Da qui la necessità, per dar seguito all’azione già intentata, di procedere con una nuova impugnazione al giudice amministrativo, sostenuta da Biassono civica con Legambiente.

 Per capire il motivo del contendere, è opportuno premettere che il comune di Biassono è uno dei più cementificati della Lombardia, certificando un consumo di suolo sul 67% del territorio comunale. Dovrebbe essere pacifico che un comune che ha già dato così tanto al cemento abbia il massimo rispetto per il poco territorio libero rimasto, su cui dovrà fare affidamento per i futuri bisogni della comunità. Un principio sancito anche dal Piano Territoriale (PTC) della Provincia di Monza, che stabilisce un limite perentorio per le facoltà di nuove edificazioni su terreno libero. Ma non è di questo avviso chi oggi amministra il comune (la Lega Nord), che forse ritiene di poter esaurire i pochi territori liberi nell’arco del proprio mandato. Infatti, il PGT prevede un ambito di trasformazione, AT1, confinante con Lissone, che contempla la possibilità di urbanizzare ben 307.000 mq di territorio: in pratica, un incremento del 10% della superficie già urbanizzata, e pari a dieci volte il consentito dal PTC provinciale. Su questa previsione pende il primo ricorso, la cui udienza è prevista a novembre, ma l’immobiliare non ha atteso la sentenza del TAR, e ha presentato un fascicolo urbanistico sconcertante: su tutto il territorio dell’AT1, infatti, l’operatore BWP-(Blasonium West Promotion) propone una cementificazione pressoché totale, con carichi urbanistici elevatissimi: una superficie lorda di pavimento pari a ben 180.000 mq di centri commerciali, palazzi, uffici e capannoni industriali, come se a Biassono non ce ne fossero già tanti sfitti. In pratica, vista la tipologia prevista di edifici, si potrebbe arrivare a costruire quasi un milione di metri cubi tra capannoni e due ‘torri direzionali’ da dieci piani ciascuna. BWP deve conoscere bene i suoi polli se non ipotizza a beneficio del comune nessuna significativa contropartita, né in servizi pubblici né in opere a verde o compensazioni, arrivando al paradosso di occupare con colate di cemento perfino i terreni destinati a future espansioni cimiteriali. In Consiglio la maggioranza ha incredibilmente votato a favore della proposta, certificandone la conformità al PGT di Biassono (contro ogni evidenza) e ignorando tutti i rilievi di difformità sollevati da Biassono Civica in sede di dibattito consigliare e in precedenti puntuali osservazioni. Tra le altre, mancano la riqualificazione del paesaggio, i collegamenti ciclopedonali, la conservazione di spazi liberi circostanti, la ricollocazione dell’area per lo smaltimento dei rifiuti, una congrua fascia di rispetto al cimitero e la realizzazione di una struttura di interesse pubblico: interventi previsti esplicitamente dal PGT.E’ contro questo nuovo atto comunale che viene depositato oggi al TAR il nuovo ricorso che si basa, oltre che sulla evidente irragionevolezza dell’atto assunto dal Consiglio Comunale, anche sulle norme del piano territoriale provinciale, che racchiude l’intero ambito in un’area di tutela individuata appositamente per preservare gli ultimi varchi di territorio libero tra i centri abitati.

08 agosto 2017

PALAROVAGNATI, CHI LASCIA E CHI RADDOPPIA

A pensar male si fa peccato. Ma molto spesso, come era solito ripetere quel navigato politico della Prima Repubblica, ci si azzecca. Come dargli torto. Pensiamo al PalaRovagnati. Un pasticciaccio? Ieri, forse. Oggi è qualcosa di più. E non certo di meno preoccupante. Anzi, la gara per la concessione della gestione della struttura di via Parco si fa ogni giorno più inquietante.
I fatti. Meglio, la cronologia dei fatti.
Si comincia lo scorso 20 luglio. Il Comune nomina la commissione per la concessione della gestione del palazzetto. Sono tre i componenti, tutti dipendenti di Villa Verri.
Passano appena dodici giorni è c’è il primo colpo di scena. Il 2 agosto la commissione viene surrogata da una nuova perché due dei tre componenti sono in ferie. Programmate o improvvise? In un caso o nell’altro, a palazzo qualcosa non gira come dovrebbe.
Si corre in fretta e furia ai ripari e il giorno dopo, il 3 agosto, la nuova commissione è già riunita. Per portare a termine la gara? Macché, per dimettersi. I tre nuovi commissari hanno dato un’occhiata alle carte e non se la sono sentita di continuare. Il motivo? Niente ipotesi da opposizione politica, lo dice la determinazione n. 393 del 3 agosto 2017, a firma del dottor Luigi Pertile, Responsabile Unico del Procedimento: “Considerato che la Commissione di gara di cui alla sopra citata determinazione 391/2017, riunitasi in data 3 agosto 2017 per l’apertura delle buste contenenti le offerte economiche, ha ritenuto all’unanimità a FINI PRUDENZIALI (…) RISCONTRATE DIFFORMITA’ PROCEDURALI (…) di sospendere i propri lavori per rimettere il materiale di gara al Responsabile Unico de Procedimento per le conseguenti valutazioni di competenza”.
Un brutto colpo, soprattutto per le ragioni del passo indietro dei commissari: “FINI PRUDENZIALI (…) RISCONTRATE DIFFORMITA´PROCEDURALI”.
Che fare? Lo stesso giorno, siamo sempre al 3 di agosto, il Responsabile Unico del Procedimento prende atto delle dimissioni all’unanimità della commissione appena insediata. E rinomina una “nuova” commissione. La terza in tredici giorni. Che, tuttavia, è ancora la prima, quella – per capirci - dei due commissari su tre assenti per ferie ma, nel frattempo, tornati – pare - al lavoro.
Che dire? Niente. I fatti parlano da soli. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

04 agosto 2017

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DI VIA… PARCO


I latini l’avevano già capito quasi due millenni fa: “Peccare è umano, perseverare è diabolico”.
Chi, invece, non riesce proprio a capirlo sono i nostri amministratori. Che, non soltanto sbagliano a fare una gara e devono in tutta fretta annullarla per autotutelarsi contro possibili azioni penali, ma sono anche in grado di indire una nuova gara e il giorno prima trovarsi con due dei tre commissari (tutti dipendenti comunali) a dare forfait perché in ferie. E dover, quindi, nominare una nuova commissione e fissare una nuova data. Un guazzabuglio, per usare un eufemismo. In cui il confine tra pressapochismo e poca trasparenza è sempre più labile.

Ma andiamo con ordine. Il 9 maggio scorso la giunta leghista indice la gara per la concessione della gestione del PalaRovagnati di via Parco per i prossimi tre anni. Tutto sembra procedere regolarmente fino al 27 giugno quando, con la determinazione n. 319, viene annullata la gara. Il motivo? Presto detto: “Rilevato che successivamente alla presentazione di due domande di partecipazione al bando sopra richiamato si è valutata la possibilità di avviare un procedimento in autotutela per l’annullamento d’ufficio del medesimo avviso in ragione che da una sua più attenta lettura, non verrebbero rispettate le garanzie minime di parità e imparzialità di trattamento, poste dal diritto statale e dai principi del diritto comunitario vigenti”. In altre parole, il bando di gara ammetteva una disparità di trattamento tra i due concorrenti e, di fatto, favoriva uno rispetto all’altro.

Tutto a posto, dunque? Sì. Anzi, no. Perché il giorno prima che la commissione, composta da tre dipendenti del Comune, si riunisca per assegnare la concessione, c’è un piccolo, “imprevedibile”, intoppo: due dei tre commissari sono partiti per le ferie. Possibile? A Biassono sì. Tanto che la gara viene sospesa, la commissione viene rinnovata con la nomina di altri due dipendenti comunali e la nuova gara viene fissata per dopo le ferie.

Un pasticciaccio, brutto anche. Per non dire o pensare a qualcosa di ben più grave.
C’è da sperare che qualcuno paghi? Pia illusione. I nostri amministratori continueranno a fare e disfare a loro piacimento, come hanno sempre fatto.

E ai funzionari che hanno la responsabilità del procedimento verrà, magari, corrisposto un punteggio supplementare per il raggiungimento degli obiettivi professionali. Con buona pace di tutti, peccatori di una sola volta e peccatori perseveranti.



01 agosto 2017

HAI TEMPO LIBERO? IN COMMISSIONE!



Per far parte di una Commissione comunale bisognerebbe normalmente possedere qualche particolare requisito, quel quid che giustifichi che il candidato prescelto in qualche modo ci capisca più di altri degli argomenti di cui si dovrà occupare.
Per questo ci è sembrata quantomeno bizzarra la motivazione che accompagna i nomi dei nostri tre concittadini che, con delibera di giunta numero 84, sono stati scelti quali membri della commissione borse di studio. Davide Erba, Lucio Franco e Alessandra Milan sono infatti stati nominati tra gli altri in quanto “…resisi disponibili in ragione dei propri impegni lavorativi e familiari“.

Naturalmente non abbiamo nulla di personale contro i tre prescelti, ai quali auguriamo un lavoro proficuo e saggio. Di sicuro avremmo preferito che la motivazione espressa dalla giunta ci dicesse qualcosa in più di loro e delle loro competenze specifiche. Se ci limitassimo a considerare la “disponibilità” delle persone, quanti biassonesi potrebbero ambire a far parte di una commissione ( se fossero istituite, naturalmente, dal momento che come Biassono Civica lo abbiamo chiesto ormai un anno fa)? E se solo questo è il requisito fondamentale, come mai la scelta è caduta proprio su Erba, Franco e Milan? Forse perché il settore istruzione, si sa, conta ben poco nell’ottica leghista e qualunque cittadino può occuparsi di scuola e borse di studio?

Sicuramente i nuovi eletti hanno maturato una certa esperienza nell’ambito scolastico e pedagogico, o si sono distinti in qualche specifico ambito culturale a tal punto da rendere inutile l’esplicitazione della motivazione nella delibera di giunta. E da rendere inutile anche la richiesta all’opposizione del nome di altri candidati che avessero “disponibilità” di tempo.
Sarà così? Difficile dirlo dal momento che la trasparenza di questa amministrazione è un optional.

In fondo il nostro sindaco-borgomastro l’ha dichiarato più volte e l’ha ribadito anche nell’ultimo consiglio comunale: “Noi abbiamo vinto e noi comandiamo!”.


17 luglio 2017

LA POLITICA CHE PIACE A NOI E ALLA GENTE


In questi giorni sulla pagina facebook di un numeroso gruppo di Biassono una residente di Via Macalle’ esulta perché dopo anni che era stata presentata una petizione in Comune e dimenticata nei cassetti per parecchio tempo , si è finalmente realizzato il cambio del senso di marcia in questa via rendendola molto più sicura. In primis la signora ringrazia un nostro consigliere comunale che da un anno si è fatto carico del problema presentando un’interrogazione in Consiglio e incalzando l’Amministrazione per la realizzazione dell’inversione del senso unico.

Spostandoci più a nord del nostro paese, il sindaco Casiraghi annuncia che in via Alberto da Giussano verranno installati dei sensori come dissuasori di velocità. Su segnalazione di alcuni residenti, che da anni si lamentavano , inascoltati, dell’intenso traffico sulla loro via e della forte velocità , sia di auto che di camion ,nonostante la presenza di dossi, abbiamo pubblicato qualche mese fa un post sul nostro blog e invitato i residenti ad insistere con la giunta per la risoluzione del loro problema.
Un residente ha minacciato azioni legali perché la sua casa comincia a presentare crepe da vibrazione soprattutto per il passaggio di grossi mezzi sul dosso adiacente alla sua abitazione. I residenti di via Alberto da Giussano sono parzialmente soddisfatti perché attendono ora anche la rimozione dei dossi che creano più problemi che soluzioni.

Tra un intervento e l’altro, per facilitare e ottenere soluzioni concrete che soddisfino le esigenze dei nostri concittadini, continuiamo la nostra azione di controllo e segnalazione con decine di post sul nostro blog e con interrogazioni n Consiglio comunale, per mettere in evidenza e far si che le risorse Comunali vengano utilizzate sempre al meglio (c’è ancora qualcuno che può accusarci di non essere propositivi?).

Da qui solo in ordine di tempo la nostra interrogazione, alla quale la Giunta dovrà’ dare risposta durante il prossimo Consiglio comunale, sulla ripartizione dei costi della pista di ghiaccio che inizialmente dovevano essere a carico delle casse comunali. Dopo un nostro articolo la giunta ha fatto marcia indietro annunciando che le spese dell’energia elettrica sarebbero state addebitate al proprietario della pista. Al prossima Consiglio comunale avremo la verifica definitiva.

Noi crediamo che sia questa la politica che piace alla gente: proporre e facilitare soluzioni (anche se da una posizione di minoranza), controllare e mettere in evidenza tutto ciò che può essere migliorato a beneficio di tutta la nostra comunità . Su questo garantiamo altri quattro anni di nostro impegno.


08 luglio 2017

VOGLIAMO I CASCHI BLU


E’ sempre bene dare un’occhiata all’albo pretorio on-line del Comune, perché si trovano informazioni interessanti.
La determina n. 319 del 27 giugno 2017, ad esempio, mette nero su bianco che la gara per affidare la gestione per i prossimi tre anni del Palazzetto - il PalaRovagnati, per intenderci-, indetta lo scorso 9 maggio, è stata annullata. In autotutela. La motivazione? Eccola:

“Rilevato che successivamente alla presentazione di due domande di partecipazione al bando sopra richiamato si è valutata la possibilità di avviare un procedimento in autotutela per l’annullamento d’ufficio del medesimo avviso in ragione che da una sua più attenta lettura, non verrebbero rispettate le garanzie minime di parità e imparzialità di trattamento, poste dal diritto statale e dai principi del diritto comunitario vigenti

Fuor di burocratese, è come se fosse stata indetta la gara facendo un bando che “favoriva” un concorrente rispetto all’altro? Sembrerebbe proprio di sì. In altri termini, non sarebbe stata garantita la dovuta imparzialità, come se l’estensore del bando (chi?) quel giorno avesse preso lucciole per lanterne, al punto che il concorrente penalizzato avrebbe potuto impugnare l’atto davanti al giudice. Con buone possibilità di successo. Tant’è che qualche giorno dopo qualcuno (chi?) in municipio si è accorto di quel brutto pasticciaccio e ci ha messo la classica pezza.

Può capitare che si facciano degli errori, anche se ultimamente a Biassono avviene con troppa frequenza. A volte si sbaglia, altre invece – ed è più grave -non si rispettano le regole, addirittura quelle più ovvie e elementari. Un esempio? Più di uno: la defenestrazione del consigliere Angela Galbiati, l'illegittimo consiglio comunale dello scorso maggio, la votazione sul Masterplan prima di aver risposto alla legittima osservazione di un biassonese.


Ora la gara per la gestione del PalaRovagnati è stata rifatta e c’è da incrociare le dita perché stavolta non ci siano problemi. Rimane il fatto che, mentre in Villa Verri si tutelano da soli, viene da chiedersi chi tutela noi, semplici cittadini, dai nostri amministratori: i caschi blu dell’ONU?


04 luglio 2017

IL BUE CHE DA’ DEL CORNUTO ALL’ASINO


La Lega accusa l’opposizione di imbrattare luoghi pubblici con scritte? Quando abbiamo visto i manifesti riprodotti qui sopra, volevamo chiamare l’ambulanza della Croce Bianca, ma poi visto che erano impegnati ad organizzare la due giorni dello Street Food, abbiamo preferito desistere per non disturbare.

Il capogruppo consigliare della Lega Nord aveva già postato su FaceBook la stessa foto con un commento che attribuiva il fatto all’opposizione, cosa che aveva destato meraviglia e stupore nei vari lettori, tant’è che se leggete i commenti al post vedrete che non sono affatto lusinghieri con il leghista. Ci auguriamo che l’imbecille che ha imbrattato i giochi dei bambini venga scoperto, punito e obbligato a ripulire tutto immediatamente.

Ribadiamo che come forza di opposizione, noi di Biassono Civica, condanniamo l’uso di imbrattare le proprietà, sia pubbliche che private, per fare propaganda politica, e ci auguriamo che i colpevoli siano scoperti e puniti secondo la legge, e obbligati a ripulire tutto.

Detto questo, ci siamo fatti un giro per la nostra cittadina scoprendo che decine e decine di adesivi e scritte con simboli della lega, imbrattano muri, cartelli segnaletici e stradali, cosa che il nostro “sapientino padano” evidentemente non ha mai notato, ne portato all’attenzione della gente, ne su FaceBook, ne tantomeno affiggendo manifesti di protesta; e ci è tornato alla mente il proverbio che dice: “quando il bue da del cornuto all’asino”.


Noi di Biassono Civica crediamo che il confronto politico vada fatto rispettando le regole democratiche e civili, che alle critiche si debba rispondere con argomenti e non con insulti e soprattutto che la buona educazione debba essere il faro del nostro agire.
Questo perché noi amiamo Biassono e non la vogliamo sporcata con scritte e adesivi.




03 luglio 2017

MENO MALE CHE C’E’ MATTEO


Meno male che Matteo c’è. Chi, Renzi? Ma no, Salvini! Sì, perché senza il leader in felpa verde, che dispensa il suo verbo quotidianamente da ogni canale televisivo, sarebbe difficile capire la politica della Lega stando alle scelte dei suoi militanti biassonesi. Che, sempre più spesso, sembrano andare in direzione diametralmente opposta rispetto alle direttive del capo “nazionale”. Possibile? Eppure, a ben vedere, è così.

Non si sa con quanta consapevolezza ma i leghisti nostrani hanno ancora inculcata in testa (i soli, forse, in tutt’Italia) la secessione. Un esempio? Presto fatto. Non c’è dichiarazione di voto in consiglio comunale che non venga preceduta dalla formula (quasi un cimelio del passato, ormai) “La Lega Nord per l’indipendenza della Padania…”. Lo recitano il capogruppo del Carroccio, gli assessori, i semplici consiglieri. E, non bastasse, lo recitano anche gli indipendenti della Lega e, fenomeno esclusivamente biassonese, i diversamente leghisti. Una parola d’ordine, insomma.
Tutto qui? No, c’è dell’altro.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata sull’albo pretorio una delibera di giunta che intitola una via del paese a Bobby Sands, l’attivista dell’IRA che si batteva per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito, morto in carcere nel 1981, all’età di 27 anni, dopo un lungo sciopero della fame. Un secessionista, insomma.
Verrebbe da dire: “Ma Salvini lo sa?”.

Perché tutta questa propensione per l’indipendenza non sembra proprio in sintonia con la visione politica del leader del Carroccio. Quante volte – e sono tante, dal momento che spara dichiarazioni a raffica, manco fosse un kalashnikov, ogni santo giorno che Dio porta in terra – lo sì è sentito parlare di indipendenza della Padania? Mai.

E ci sta, dal momento che ha messo in soffitta la secessione del Nord di bossiana memoria per un “Carroccio italico”, con la capitale ben impiantata in quella che fu Roma ladrona. E la divisione dell’Italia in tre macroaree come teorizzava decenni fa l’ideologo (presto dimenticato) Gianfranco Miglio? Un retaggio del passato da relegare in soffitta. Anche perché risulterebbe difficile al “Matteo verde” spiegare ai suo referente politico, l’ex (?) comunista Putin, che l’anelito alla libertà dei popoli va salvaguardato sempre e comunque, senza che il pensiero corra alla Crimea o alla Cecenia.

Nella Lega l’hanno capito tutti, ma chi glielo spiega a quelli di Biassono?
Meno male che c’è Matteo.




29 giugno 2017

COLOMBARI “IN CORSO D’OPERA”?




I colombari sono quelli a sinistra del campo “O”. Per capirci, quelli che stanno in fondo al cimitero, a ridosso del muro di cinta che divide il camposanto dall’area dell’impresa Cozzaglio. Lì, da anni (qualcuno, meglio informato, dice addirittura da più di quattro) il cornicione del tetto è sostenuto da puntelli in ferro e delimitato da una staccionata in legno, sulla quale è fissata una rete di plastica.
Il motivo? Non si sa.

L’impressione è di un intervento “in corso d’opera”, come abbiamo ormai imparato a farci il callo con le opere pubbliche di Biassono. In altri termini, un cantiere ancora aperto. Di nuovo, come mai? Boh! Chi sa tace e, soprattutto, non fa niente per risolvere il problema. Gli altri possono soltanto formulare delle ipotesi. Quali?

Si può cominciare dal ritenere che il cornicione del tetto sia pericolante e proseguire con la meno seria, ma non del tutto improbabile, possibilità che si siano dimenticati di togliere puntelli e rete di plastica a lavori ultimati. O, a voler essere malevoli, insinuare che il Comune non abbia pagato la ditta costruttrice che, per ritorsione, si rifiuta di sgombrare il cantiere. O, infine, che davvero per i nostri amministratori l’intervento è “in corso d’opera” e che quindi ci vorrà del tempo (quanti anni ancora?). Ma, appunto, a voler essere malevoli.

Comunque sia, non è proprio un bel vedere. Soprattutto per chi i loculi di quei colombari li ha pagati. E che ogni settimana deve districarsi tra puntelli, staccionata e recinzione per portare un mazzo di fiori ai propri cari. Che, sia detto senza ironia, non si possono, certo, lamentare ma non per questo non meritano da parte di tutti un po’ di rispetto.



25 giugno 2017

SCUOLA.…CHE AFA CHE FA!



“Anto’, fa caldo” replicava un’avvenente signora, protagonista di una famosa pubblicità di thè freddo, al marito che tentava l’approccio in una caliente notte d’estate. Speriamo che la stessa risposta non venga data alla scuola di Biassono, in questi giorni di temperature bollenti, dalla Giunta comunale che dovrà deliberare a breve la cifra da destinare al diritto allo studio per il prossimo anno scolastico.

Eh, sì. L’insistente richiesta di un maggior investimento di risorse finanziarie nel settore istruzione ha sempre sortito negli ambienti leghisti una reazione simile a quella della moglie di Antò: non mi scocciare che fa caldo, l’anno scolastico è terminato e di soldi per la scuola ce ne sono assai pochi.
In fondo, potrebbero controbattere i nostri amici leghisti, quattro denari per l’istruzione, loro li hanno sempre trovati. Per l’anno scolastico appena terminato, sono stati stanziati ben (!) 24.000 euro – di cui, in realtà, solo 20.000 destinati ai progetti per gli studenti e 4000 euro alla pulizia dei tre plessi scolastici.

Ma, se consideriamo che gli studenti dell’Istituto di Biassono sono più di 700, basta fare due facili conti per capire che la pomposa cifra di 20.000 euro, che l’assessorato all’ istruzione si vanta di regalare alla scuola, se spalmati sul numero di studenti, dà la modica cifra di 30 euro pro capite. E con questa sorta di paghetta ogni studente deve sopravvivere per un intero anno scolastico, contribuendo al pagamento dei progetti di motoria, di lingue, di musica, eccetera.

E meno male che alla strumentazione tecnologica hanno pensato la buonanima di Caprotti, con il concorso Amici di scuola, e l’Associazione genitori che, con il denaro raccolto durante le varie edizioni della festa di fine anno, ha acquistato lim, proiettori, portatili per gli studenti. Diversamente, se avessimo aspettato la magnanimità della giunta leghista, il comprensivo biassonese sarebbe, da un punto di vista tecnologico, al livello di una scuola del terzo mondo. Fortuna che consiglieri e assessori del Carroccio guardano sempre al nord…

Eppure, qualche soldino l’assessorato all’ istruzione dovrebbe pure averlo messo da parte con il taglio del comodato d’uso dei libri di testo, l’aumento della tariffa dello scuolabus e il denaro avanzato dall’ assegnazione delle borse di studio.
Perciò, cari amici leghisti, aprite il cordone della borsa, non abbiate paura di investire sulla scuola e sul futuro dei cittadini più giovani e non cedete alla tentazione di rispondere alla scuola “Anto’, fa caldo”.

Soprattutto in una Biassono in cui non mancano soldi per l’area cani, per l’asfaltatura di aree decentrate e utilizzate dai cittadini non più di una volta all’ anno, e per l’ottava meraviglia del mondo: villa Bossi.




21 giugno 2017

VIA MACALLE’, SOLO PAROLE IN LIBERTA’



Oggi è il 21 giugno, la primavera è finita ieri ma in via Macallè ancora non è successo nulla. Eppure qualche promessa c’era stata. E pubblica anche.
I fatti. Nell’ottobre del 2015 i residenti di via Macallè raccoglievano decine di firme per chiedere l’inversione del senso di marcia per motivi di sicurezza. Passato un anno, visto che nulla era successo si sono rivolti al consigliere Giordano Arosio di Biassono Civica, che presentava un’interrogazione in consiglio comunale.

Il neo-assessore e vicesindaco Anghileri diceva di non essere al corrente della richiesta e della raccolta delle firme, ma esprimeva parere favorevole. Anzi, si spingeva addirittura più in là e dichiarava pubblicamente (è agli atti) che i lavori sarebbero partiti in primavera, quando le condizioni meteo consentono di tracciare senza problemi la nuova segnaletica orizzontale. Una volta ultimato l’intervento – ha spiegato ancora Anghileri - l’ingresso in via Macallé da via Cesana e Villa sarà ancora consentito per chi accede al parcheggio di Banca Intesa e del supermercato Eurospin. Di più, l’ingresso al parcheggio sarà ampliato (dopo aver sentito i proprietari dell’area) per consentire una miglior circolazione delle auto in entrata e in uscita. Verrà, invece, cambiato il senso di marcia nel resto di via Macallé (accessibile soltanto da via Colombo) e istituito il limite di velocità di 30 Km all’ora per rendere più sicura la strada per chi ci abita.

Noi avevamo dato pubblicità alla cosa perché ci sembrava un bell’esempio di collaborazione tra maggioranza ed opposizione (leggi). E forti della promessa del vicesindaco ci aspettavamo che la giunta leghista tenesse fede alla promessa fatta. Illusi.

Nelle scorse settimane il consigliere Giordano Arosio ha chiesto spiegazioni del ritardo e sollecitato i lavori all’assessore Anghileri e al sindaco-borgomastro. Risposte? Nessuna.

La primavera ormai è passata e il senso di marcia della strada è ancora quello di sempre. Sorpresi? Arrabbiati? In via Macallè un po’ lo sono. Anche se la speranza che durante l’estate la giunta si svegli e cominci i lavori in cuor loro non l’hanno del tutto accantonata.

Non tutti però. Qualcuno, più scettico degli altri, non ci ha creduto prima del 21 giugno e ci crede ancora meno dopo il 21 giugno.
Anzi, sostiene che gli ronza nelle orecchie una vecchia canzone cantata da Mina. Il titolo? Parole, parole, parole. E gli viene il magone.